«Ci vediamo domani», un disoccupato italiano… aspettando la morte!

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Marcello Santilli è un cuoco romano con grosse difficoltà economiche: non ha una sede dove lavorare e ha bisogno di soldi per sanare debiti e pagare gli alimenti all’ex moglie Flavia, da cui ha anche avuto una bambina. In un paese in crisi dove le uniche priorità sono mangiare e morire, Marcello s’improvvisa becchino. Si trasferisce in Puglia, precisamente a Pietrafrisca: il paese più longevo d’Italia.

Qui passa le sue giornate, ostinato nell’aspettare il decesso di almeno uno degli ultraottantenni del paese. La sua attesa si rivela lunga e improduttiva: i vecchietti sembrano godere di un’ottima salute. Neanche le sue insidiose trappole mortifere funzionano: lo zucchero nella pasta dei malati di diabete sembra far venire il mal di stomaco solo a lui. Rinchiuso in un mondo che sembra eterno, Marcello imparerà a dire “ci vediamo domani”: perché solo chi lo dice dà speranza all’avvenire e vive pensando da immortale.

Il film è di piacevole compagnia: mentre nel primo tempo presenta con una vena ironica la difficile vita di un comune disoccupato, nella seconda parte diventa un vero e proprio film drammatico. Si affrontano temi come la morte, il tempo che passa, la disoccupazione, la solitudine, con grande leggerezza e sobrietà.

Usciti dalla sala, si ha un senso di vuoto che difficilmente si sarebbe potuto immaginare all’entrata. Nonostante la spensieratezza dei protagonisti, il significato è profondo: la più grande forma di libertà è non avere niente. Come quei vecchietti, che sembrano vivere senza rimpianti in un utopistico paesino in cima ad una collina pugliese. Eppure anche loro hanno voglia di vedere il mondo e lo faranno, alla fine del film, grazie ad una splendida trovata del regista.

Enrico Brignano, nelle vesti di Marcello, non interpreta il solito ruolo cui ci ha abituato, ovvero il comico “caciarone” che ha riempito teatri e schermi televisivi, ma per un attimo si è messo da parte. Brignano è più riflessivo e a tratti è malinconico. Le sue risposte, pronte e argute, procurano sorrisi senza mai cadere nel patetico.

Delle pecche ci sono: a volte il film risulta monotono e banale. Nonostante questo si tratta di una godibile rappresentazione dell’attuale Italia. Un Paese in difficoltà, dove bisogna adattarsi per guadagnare qualcosa… anche aspettando la morte!

Irene De Dominicis


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