Martina Lo Visco, una voce «made in Irpinia»

martina lo visco

Quello che ho intrapreso con Martina, è stato un viaggio, ma non uno di quelli in cui sei costretto a svegliarti presto, indossare vestiti comodi e fare ore e ore di cammino. In realtà nessuno di noi si è mai incamminato, piuttosto, è stata la nostra mente a mettersi in moto. Un po’ come quando si apre un album di fotografie ed è inevitabile attribuire un ricordo ad ogni immagine. Sulla facciata iniziale dell’album, è incisa l’iconografia di una nota musicale: la figura che meglio si accosta al viso schietto e sorridente di Martina.

Com’è stato il tuo approccio con la musica? Sei stata tu a cercare lei o è lei che ha scelto te?

«E’ difficile da spiegare, anche perché ero molto piccola. Ma credo di essere stata io a cercare lei: mia sorella suonava il pianoforte e ho voluto provarci anch’io. Eppure era iniziato tutto per gioco. La musica non era una mia ambizione. La professoressa di musica delle scuole medie ha scoperto il mio talento e mi ha segnalata a Barbara Vesce, insegnante di canto».

C’è mai stato un momento nella tua vita in cui hai pensato che il tuo futuro non fosse legato alla musica?

«No, mai! Anche se, verso il secondo anno di canto, ho avuto una crisi e avevo intenzione di lasciare. Poi però mi hanno convinta a non farlo, per fortuna. La scuola, però, ha un ruolo molto importante. Pur avendo questa grande passione, non ho intenzione di lasciare gli studi».

Pensi che ‘Mirabella Canta’ sia stato un buon trampolino di lancio verso il successo?

«Premetto: ero molto molto piccola ed era il primo concorso a cui partecipavo e che ho vinto, come ho già detto in televisione. E’ stato importante per me, anche se penso che non abbia influito molto. E’ pur sempre un concorso locale. Ma ne conservo un bel ricordo: avevo undici anni, ero un’artista in erba, ma è stata un’esperienza davvero felice!».

Riviviamo la tua avventura a The Voice. Come hai vissuto i giorni e gli attimi che hanno preceduto la tua esibizione?

«E’ stato un morire! Vi assicuro che non è tutto semplice come sembra: a parte lo stress dovuto alle prove e ai cambi, ero comunque contenta. Arrivare fino a lì, è stato un grande traguardo. E’ stato un mix di ansia e di gioia. Prima di entrare sul palco avevo molta paura. Poi, si è annullato tutto. Tremavo, ma non ero agitata: ero completamente in trans, non ero in me! Appena ho sentito la musica partire, ho avvertito una forte adrenalina. Vedere i miei genitori in lacrime è stata un pò la prova del nove: ho capito che ci credevano davvero tanto. E’ stato molto emozionante!».

Tra i tanti complimenti che hai ricevuto, quali sono stati quelli che hai gradito maggiormente?

«Sicuramente quelli delle persone che hanno sempre creduto in me. Ma anche quelli di chi non conoscevo, soprattutto gli adulti. Ne sono rimasta sorpresa: vuol dire che sono stata in grado di lasciare un segno dentro di loro. A parte le borse sotto gli occhi, il ritorno a scuola è stato davvero bello: mi hanno fatto un lungo applauso».

Le foto di questa esperienza occupano più di una pagina del nostro ipotetico album. Ma Martina procede nel suo cammino sapendo che c’è ancora tanto spazio da riempire con nuove fotografie. Il timore c’è e si sente: ella vede il suo futuro pieno di salite, luminoso e raggiante, ma pur sempre pieno di salite. Anche se, nei suoi occhi, si legge la consapevolezza di dover andar via dal proprio paese e prendere la strada per il successo.

Chiudiamo l’album dei ricordi, il nuovo talento made in Irpinia ha concluso con un consiglio per i giovani amanti della musica: «Non bisogna avere paura. Le delusioni ci saranno sicuramente, ma se non si tenta, non si potrà mai sapere. Basta crederci!».

Irene De Dominicis


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