Cultura Imprenditoriale: l’opportunità del «Social Business»

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Senza andare molto indietro nel tempo, è sufficiente iniziare da quanto sancito dalla nostra Costituzione, la ‘Costituzione della Repubblica Italiana (un elaborato seguìto ad un lungo periodo di guerra caratterizzato da ingiustizia, violenza, soprusi, eseguiti contro l’essere umano, così inconcepibili, da portare, con l’avvento della Repubblica, i padri costituenti a sancire per iscritto l’importanza di quanto era stato negato e al contempo non dovesse mai più verificarsi), in particolare dall’art. 1-2-3-4. Attraverso l’analisi di quanto indicato all’interno di questi articoli, si evince l’importanza di: lavoro, sovranità del popolo, diritti, doveri, dignità.

Il motivo per il quale si è addivenuti all’elaborazione della Costituzione Italiana, legittima il popolo italiano a far proprio quanto in essa contenuto, con l’obiettivo di essere parte attiva per la creazione di una aggregazione, economico-sociale, tale da permettere il rispetto di valori fondamentali. Al contempo però è necessario che ciascun cittadino italiano accetti l’esistenza dei doveri, necessari per creare un giusto equilibrio per il corretto funzionamento del sistema democratico.

L’Italia per troppo tempo è stata caratterizzata da un sistema dove, buona parte della popolazione, si è “appoggiata” all’operato di altri per veder rappresentati i propri diritti ed interessi. Ma, premesso il rispetto degli Istituti di Democrazia sanciti dalla Costituzione, ogni cittadino deve, necessariamente, anche adoperarsi, in prima persona, per verificare, segnalare ed insieme agire, per migliorare ciò che non funziona.

Solo in questo modo si possono isolare coloro che in fondo dicono di rappresentare il popolo ma in realtà perseguono, prima di tutto, obiettivi soggettivi e personalistici. Quindi necessita, nel sistema democratico italiano, a partire dai territori locali, la diligenza del buon padre di famiglia da parte di ogni cittadino senza distinzione alcuna; da lì, ogni buon meccanismo di gestione, potrà estendersi all’intera società, ovviamente senza pensare alla perfezione giacché, quest’ultima, non esiste nell’essere umano; ma sicuramente una vita dignitosa e serena è possibile.

Nel momento in cui ognuno, è consapevole di essere titolare della sovranità in uno Stato Democratico come l’Italia, da lì deve pensare, oltre che a vigilare sull’operato dei propri rappresentanti, ad agire per essere protagonista della creazione di opportunità sul territorio, sia economiche che sociali e di abbandonare l’idea non più valida, e la crisi globale che stiamo vivendo ne è la dimostrazione, che si possa aspettare che qualcuno trovi il nostro futuro o che sia ancora possibile l’esistenza di un Sistema-Stato basato prevalentemente sul posto fisso o sull’assistenzialismo. La politica può aiutare, attraverso le nostre idee, la nostra vigilanza, l’esposizione delle nostre necessità, a creare le linee guida; ma il lavoro concreto per la realizzazione di opportunità e il rispetto dell’eguaglianza, spetta a noi.

Quando parliamo di lavoro, quindi, non dobbiamo più pensare al cd. posto fisso, ma soprattutto al lavoro autonomo che è quello che nasce dalla capacità, dall’inventiva, dall’arte, delle persone, e che garantisce più vantaggi quali: la libera espressione della propria personalità, la diffusione della cultura, creazione di opportunità lavorative per sé e per altri, attrattiva per i paesi esteri e competitività, miglioramento delle condizioni di vita all’interno della società.

In questa ottica, sono maturi i tempi, anche in Italia, per iniziare a parlare di una nuova realtà che si sta diffondendo nel mondo e che rappresenterà una concreta opportunità economico-sociale del nostro futuro, anche alla luce dei cambiamenti determinati dal verificarsi di questa lunga crisi mondiale. Stiamo parlando del ‘Social Business’ o anche Impresa Sociale.

Secondo il Prof. Muhammad Yunus, economista e banchiere bengalese, ideatore e realizzatore del microcredito moderno, cioè un sistema di piccoli prestiti destinati ad imprenditori troppo poveri per ottenere credito dai circuiti bancari tradizionali, il ‘Social Business’ può essere definito come: una Società che non distribuisce dividendi e non deve incorrere in perdite, creata appositamente per affrontare e risolvere un problema sociale.

In un ‘Social Business’ gli investitori possono gradualmente recuperare i soldi investiti senza interessi ma non possono ricevere alcun dividendo personale, poiché lo scopo dell’investimento è il raggiungimento di un obiettivo sociale attraverso l’operatività della società senza perseguimento di profitto personale; la società deve coprire tutti i costi ed essere auto-sostenibile finanziariamente. I settori interessati da questo tipo di business sono: assistenza sanitaria, educazione scolastica, povertà, ambiente, abitazioni, urgenze climatiche, etc.. Recuperato, gli investitori, l’investimento iniziale, il profitto rimane all’interno dell’azienda per aumentare il raggio d’azione dell’attività e l’impatto sociale.

Il ‘Social Business’, inoltre, è oggetto di una evoluzione molto interessante in quanto è in atto un’analisi di una nuova forma societaria caratterizzata da due aspetti; profit e non profit, ossia un’attività che persegue un obiettivo sociale ma al contempo anche profitto che però, quest’ultimo, non deve superare una determinata soglia prevista per legge; il resto del profitto viene reinvestito. In tal senso esistono già esperienze sia in Gran Bretagna che negli Stati Uniti d’America.

In conclusione, il ‘Social Business’ è una scelta di vita importante perché permette di coniugare più esigenze umane quali: lavoro, perseguimento di un obiettivo sociale, giusto guadagno, realizzazione di se stessi.

E con la crisi odierna dove si avverte forte l’esigenza di soddisfare queste necessità, il ‘Social Business’ rappresenta la giusta soluzione, per porre le basi del nostro nuovo futuro, dopo esser stati ”annientati” dalle scelte sbagliate del passato determinate da più parti, ma anche avallate dalla nostra inattività dovuta a pigrizia, interesse, paura.

Gli strumenti li abbiamo, e sta a noi, ora, dimostrare, prima di tutto a noi stessi, quanto valiamo!

 Clorinda De Feo


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