Sorrentino: «Bisogna rimboccare le maniche, mettendo da parte personalismi e clientelismo»

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La Fenice Online incontra le proposte degli amministratori ed apre un ciclo che vedrà  protagonisti consiglieri ed assessori, sia di maggioranza che di minoranza. Ugo Sorrentino, capogruppo della compagine il Carro e candidato alla fascia tricolore nell’ultima tornata elettorale, in un’intervista esclusiva, ha illustrato le difficoltà incontrate nel confronto con l’attuale maggioranza ed il suo progetto per le prossime amministrative.

Ingegnere, cos’è cambiato dalla data in cui si è votato per la precedente tornata elettorale, considerando che le amministrative si avvicinano?

«Sono preoccupato per la comunità. Il Comune di Mirabella Eclano vive uno tra i periodi più bui della sua storia, senza che nessuno se ne accorga. Ho più volte segnalato le difficoltà economiche e gli accorgimenti necessari per non andare al collasso, considerando la crisi che colpisce le casse comunali, senza essere ascoltato. Il mio unico obiettivo era mettermi al servizio della cittadinanza».

L’opposizione ha un ruolo di controllo sull’operato della maggioranza. Riuscite a svolgere questo ruolo?

«Non ci riusciamo più. Non abbiamo conoscenza di quanto avviene all’interno della casa comunale. Le porte non sono chiuse, ma sbarrate. Seppure tante volte ci siamo dimostrati pronti a collaborare, nessuno ha mai preso in considerazione la nostra disponibilità.  In modo gratuito e senza alcun compenso, ho provato a mettere a disposizione della squadra amministrativa e dell’ufficio tecnico, l’esperienza, che ho maturato nel corso degli anni nel mio campo, ma mi è stato impedito».

Secondo lei quali sono le priorità per la comunità? 

«Analizzando il bilancio, si evince una situazione drammatica. Rimboccandosi le maniche ed evitando gli sprechi, possiamo salvarci da un baratro senza via d’uscita. La priorità ritengo sia il sociale. Mentre l’amministrazione mette nuove imposte ai cittadini, c’è gente che non riesce ad arrivare alla fine del mese. Al posto di realizzare opere faraoniche, incomplete o inutilizzate perchè non monitorare lo stato di povertà ed intervenire a favore di coloro che non riescono a superare la recessione. Gli assessori di maggioranza, come già fatto da tutti i colleghi delle comunità limitrofe, potrebbero rinunciare all’indennità per incrementare un’iniziativa utile per il terzo settore. L’unico a non riceverla è stato il sindaco, soltanto perché doveva scegliere tra l’indennità di Palazzo Caracciolo e quella della casa comunale. La priorità per eccellenza, comunque, resta il lavoro. Perché non creare delle cooperative per gestire le opere inutilizzate. In questo modo non solo si creerebbero nuovi sbocchi occupazionali, ma in modo semplice si darebbe una speranza alle nuove generazioni».

Secondo lei quali sono le principali cause del debito pubblico nella cittadina della Valle del Calore?

«Sono gli sprechi e gli eccessivi consumi. Si può lasciare illuminata una strada chiusa o piani di un multipiano inutilizzato? Non è stato pensato ad un piano energetico comunale. Se non si ottimizzano le spese, non si può credere di ridurre gli sprechi. Per non parlare degli eccessi. Vi sembra una cosa normale che vengono previsti dieci km di strisce blu. A cosa servono? Questi sono solo alcuni dei tanti sprechi che vengono oscurati. Per ottimizzare i costi dovrebbero essere razionalizzate le spese della casa comunale. Per ogni sciocchezza non si può arrivare ad un contenzioso. A pagare gli avvocati sono i cittadini».

Rispetto ai rapporti con le comunità limitrofe, che situazione vive Mirabella Eclano?

«Siamo molto indietro rispetto agli altri paesi. Il futuro, considerando l’abolizione delle province, è legato all’unione dei comuni. In questo modo non solo si risparmia nella gestione dei servizi, ma si può riavviare lo sviluppo. Basti pensare alla piattaforma logistica in Valle Ufita».

Tra un anno si tornerà alle urne, qual è il suo progetto per la tornata elettorale che verrà?

«Puntare sulla meritocrazia e sulle competenze. La crisi che colpisce il nostro paese ci obbliga a trovare una convergenza. Siamo aperti al dialogo, ma in modo costruttivo. Siamo aperti ad idee e proposte. Le divisioni o la lotta per fare il sindaco non sono direttamente proporzionali ai rischi per la casa comunale. Chi amministrerà, dovrà avere il coraggio di effettuare manovre anche impopolari, ma utili a risanare il clima difficile che vive il nostro paese. Bisogna mettere da parte la politica clientelare ed i personalismi ed iniziare a rimboccarsi le maniche. Coloro che si avvicinano alla politica devono avere uno spiccato senso di responsabilità. In questo processo c’è bisogno dei giovani, della novità, ma non dei giovani vecchi, legati a schemi ormai inutilizzati ed inadatti ai tempi che viviamo».

Edoardo Sirignano


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