Fontanarosa, il sindaco Petroccione: «Nasce l’Unione dei Comuni della Valle del Calore»

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Anche la cittadina di Fontanarosa dall’otto giugno, data del primo Consiglio comunale convocato dal neo eletto sindaco Flavio Petroccione, entra a far parte dell’Unione dei Comuni ricadenti nella Valle del Calore. In questa intervista esclusiva al nostro giornale, il primo cittadino di Fontanarosa, Flavio Petroccione, ci ha illustrato i passaggi ed evidenziato le motivazioni che l’hanno spinto ad aderire a questa “Unione”, di cui la città di Mirabella Eclano risulta essere l’agglomerato più importante.

Uno dei primi provvedimenti, in qualità di sindaco, è stato quello di uscire dal consorzio dei Comuni dell’Ufita per aderire a quello della Valle del Calore, con Mirabella Eclano capofila. Da cosa è stata dettata tale scelta?

«La scelta è stata sicuramente dettata dal fatto che con i Comuni delle “Terre dell’Ufita”, Fontanarosa non ha mai avuto particolari rapporti legati a scambi, tradizioni e situazioni storiche. Il nucleo con cui abbiamo, invece, queste affinità è quello della Valle del Calore. Nulla da togliere ai Comuni dell’Ufita con cui abbiamo comunque rapporti a livello formale, ma è con le Comunità della Valle del Calore che ci sono stati da sempre scambi culturali e frequentazioni».

Quali, dunque, i vantaggi che si otterranno e l’adesione al consorzio della “Valle del Calore” gioverà alle casse del Comune di Fontanarosa? 

«Ormai non si riesce più a vedere la possibilità che i Comuni restino da soli, perché il costo dei singoli servizi è aumentato e la loro qualità non è sempre garantita. Con una ‘Comunità’ di 20mila abitanti sarà più conveniente, ad esempio, dare un incarico ad un’impresa. Tra l’altro, la convenzione dei Comuni è prevista per legge: noi abbiamo aggiunto alla convenzione una vera e propria unione, che è uno sviluppo non obbligatorio ma sicuramente più avanzato. Faccio un esempio: se il Comune di Fontanarosa deve affrontare delle gare, ciò comporta l’utilizzo di un ampio organico. E’ ovvio che per i piccoli Comuni è un’operazione difficile e dispendiosa. Per questo, secondo una legge prorogata fino al prossimo primo gennaio, tutti i Comuni con meno di 5mila abitanti devono mettersi insieme per attuare la ‘Stazione Unica Appaltante’. E’ grazie a quest’ultima, che operano sia il Comune capofila e i tecnici di tutti i Comuni, i quali poi concorrono nelle varie commissioni».

Qual è il ruolo di Mirabella Eclano in questo Consorzio?

«Mirabella dovrebbe essere il Comune capofila, sia per il nucleo degli abitanti sia per l’importanza del paese. In realtà non c’è nulla di ufficiale, ma credo che nessuno dei Comuni aderenti al consorzio avanzerà questioni rispetto al fatto che la città di Mirabella Eclano possa diventare capofila. In ogni caso, partiamo con l’intento di costituire l’Unione dei Comuni della Valle del Calore, poi realizzeremo tutto il resto iniziando dallo statuto e dal regolamento. Una volta definiti ed approvati i vari documenti amministrativi, approderemo alla scelta definitiva del Comune capofila».

Il distacco dalle “Terre dell’Ufita” implica un allontanamento da Grottaminarda e quindi dall’Amministrazione guidata da Giovanni Ianniciello. Ci sono anche motivi politici in questa separazione?

«Assolutamente no! Io sono un sindaco pro tempore, come lo è anche Giovanni Ianniciello. Siamo sindaci fino a quando lo prevede il nostro mandato. Ciò vuol dire che la separazione non è avvenuta a causa di Flavio Petroccione o di Giovanni Ianniciello, ma a causa della mancanza di affinità con le cittadine dell’Ufita. E’ come un matrimonio: se due persone si uniscono in matrimonio è perché provano un sentimento da tanto tempo. L’unione non deve essere dettata dalla madre o dal padre».

L’adesione al Consorzio dei Comuni ricadenti nella Valle dell’Ufita era stata fatta dalla passata Amministrazione comunale. Per quale motivo, a suo parere? 

«In questo caso credo si possa parlare di motivi politici. C’era qualche interesse legato a determinati rapporti degli ex amministratori con la situazione del piano di zona sociale di Ariano Irpino, dove hanno sovvertito una determinata maggioranza rispetto ad un’altra. Per questo si può anche parlare di motivi personali. Altrimenti, neanche loro avrebbero approvato un’unione territoriale di questo tipo, dato che il nostro bacino di utenze è sempre stato legato alla Valle del Calore».

Ha già dei progetti da avviare insieme alle comunità della Valle del Calore?

«Progetti veri e propri ancora no. Ce ne saranno e li valuteremo, ma l’obiettivo fondamentale è quello di avviare il consorzio. Quando una cosa deve nascere c’è bisogno di qualcuno che la pungoli e io mi sto muovendo su questo fronte. Assieme al sindaco di Mirabella Eclano, Vincenzo Sirignano, convocheremo una riunione con gli altri paesi che hanno già aderito, cioè Taurasi, Luogosano e Sant’Angelo all’Esca. Cercheremo, poi, di allargarci territorialmente chiedendo l’adesione delle contigue Amministrazioni comunali come quelle di Paternopoli e di San Mango sul Calore. Anche la cittadina di Gesualdo ha intenzione di aderire, ma dovrà farlo l’anno prossimo per mancanza di tempi tecnici, dato che l’adesione è possibile solo da gennaio a giugno. Ormai l’unione dei Comuni è una realtà fondamentale per tutte le piccole comunità».

 

Irene De Dominicis


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