I “Social Media” e gli “User Generated Contents”

social media e ugc

You. Yes, you. You control the Information Age. Welcome to your world

Ѐ il dicembre del 2006, e queste sono le parole che campeggiano a grandi lettere sulla copertina del TIME Magazine. Al centro un monitor specchiato affinché chiunque lo guardasse potesse riconoscersi come “person of the year”.

Uno dei più autorevoli e prestigiosi settimanali del mondo ha eletto come “persona dell’anno” il “popolo della rete”, ovvero i milioni di utenti che stanno cambiando il mondo attraverso il Web 2.0. Ѐ in questo modo che l’importante newsmagazine americano celebra le persone che del Web hanno fatto un proprio stile di vita e comunicazione. Un messaggio forte, preciso e inequivocabile quello di Lev Grossman, volto a segnalare l’inizio di una nuova era dove sono gli utenti, i lettori, gli spettatori a diventare per la prima volta i veri protagonisti.

Nell’era della convergenza delle piattaforme media accompagnata dall’approccio proattivo degli utenti per i contenuti, ci stiamo avviando sempre più verso la cosiddetta “Personal Media revolution”, fondata sulla disintermediazione della catena del valore, nella quale il consumatore diventa al tempo stesso editore e consumatore. oc

Gli utenti, infatti, non si limitano più al surfing, ma si configurano come veri e propri prosumers, ovvero dei consumatori che nella rete producono e consumano conoscenza e valore, e grazie alle loro interazioni consentono l’aumento del valore condiviso, attraverso quelli che oggi definiamo “Social Media”.

I “Social Media”, dunque, rappresentano fondamentalmente un cambiamento nel modo in cui la gente apprende, legge e condivide informazioni e contenuti.

 Non è comunque facile cartografare un territorio in mutamento così rapido come quello dei così detti “media sociali”. Di certo è evidente il cambiamento che ha investito l’ecosistema digitale all’interno del quale le nostre relazioni e le nostre modalità di consumo dei contenuti digitali si sono configurate.

 “Social Media” è un termine ombrello al di sotto del quale si raggruppano una serie di pratiche e strumenti che uniscono tecnologia e comunicazione per stimolare l’interazione sociale, trasformando il monologo (da uno a molti) in dialogo (da molti a molti) e attuando una democratizzazione dell’informazione nella quale i contributori più attivi da fruitori di contenuti diventano pseudo-editori.

Questi risultano concretamente identificabili in blog, piattaforme di diffusione video (YouTube, Vimeo) e quindi creazione e condivisione di contenuti, Social Networks (Facebook, Twitter, LinkedIn etc.), siti di condivisione foto (Picasa, Flickr), strumenti per la collaborazione e le discussioni online (Google Groups), enciclopedie e vari strumenti di reference (Wikipedia ed i wiki in generale).

 Si fa pertanto riferimento a strumenti che trovano il loro significato proprio nel forte contributo dato dagli utenti nella creazione dei contenuti che danno forma e determinano il tempo di vita di queste piattaforme. In questo caso Internet funge, per così dire, da “contenitore” di tecnologie e di linguaggi che presiedono al suo funzionamento, mentre i Social Media sono piuttosto una gamma di strumenti che, come tali, fanno parte dell’ecosistema Internet ma non si identificano con esso.

Gli “user generated contents”, ovvero i “contenuti generati dagli utenti”, costituiscono il cuore pulsante dei Social Media. Il termine “User generated content” (UGC) inizia a diffondersi nel 2005, per indicare i contenuti che caratterizzano un numero crescente di siti web, i quali devono la loro grande popolarità al fatto che gli utenti assumono un ruolo attivo, e in molti casi decisivo (se non esclusivo) nella creazione dei materiali che vi vengono inseriti.

Secondo la definizione di Wikipedia, che del contributo degli internauti vive e si nutre, gli UGC comprendono tra i loro elementi principali video digitali, fotografie, blogging e podcasting. In contrapposizione con quelli creati dalle società specializzate. Dimostrando sempre di più quanto il world wide web sia una struttura democratica, che si costruisce dal basso.

Scrivere su un blog, contribuire ad un forum o inserire dei commenti, rappresentano attività di fatto create e generate dagli utenti, ma l’insieme di esse, tuttavia, acquista un significato rilevante nel momento in cui tali pratiche coinvolgono e ridefiniscono l’intera Rete, determinando nuove modalità di interazione e di confronto.

Il continuo sviluppo dei Social Media – Facebook e Twitter in primis – ci consente di estendere le nostre relazioni oltre i confini dei territori nei quali siamo fisicamente presenti, di produrre e condividere contenuti online.

Ѐ evidente, dunque, che Internet amplia inevitabilmente le opportunità e gli orizzonti della comunicazione umana, contribuendo alla ridefinizione di parte della geografia del nostro pianeta. La Rete non è solo il risultato di una lunga serie di ricerche scientifiche e invenzioni tecnologiche: è l’asse portante della network society nella quale viviamo, e permea con le sue peculiarità lo sviluppo culturale della società.

 

Fabiola Genua


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