La composizione fotografica

RegolaDeiTerzi_12

Dopo aver parlato dei cenni storici sulla nascita della fotografia ed aver accennato a quali siano i principi base che regolano il funzionamento di una macchina fotografica, affrontiamo con questo nuovo appuntamento mensile un argomento altrettanto importante: la composizione.

A dispetto di quanto  potrebbe sembrare, comporre l’immagine non è affatto un’operazione banale, anzi è fondamentale perché determina ciò che noi, come creatori della foto, abbiamo inteso comunicare ed è  quindi un’azione che presuppone una certa consapevolezza.

Nel momento stesso in cui decidiamo l’inquadratura, consapevolmente o inconsciamente, decidiamo quali siano gli elementi che vadano a comporre l’immagine e siamo, quindi, noi, un attimo prima del click, a decidere cosa sia importante o meno.

E’ bene, dunque, prestare la dovuta attenzione poiché  per  fretta o distrazione rischiamo di  tener fuori dall’inquadratura elementi importanti per il nostro “racconto”,  poiché ogni foto non è altro che il racconto di un singolo momento.

Un principio fondamentale per la composizione è la così detta “regola dei terzi”, accorgimento già adottato in pittura da diversi secoli ed in seguito adottato nella composizione di una fotografia. Essa consiste nel sovrapporre idealmente all’immagine due linee orizzontali e due verticali, tutte equidistanti e parallele tra loro, in modo da dividere l’immagine in nove sezioni uguali. Il riquadro centrale prende nome di sezione aurea (chiaro richiamo alla storia dell’arte) ed è delimitato dai quattro punti di intersezione delle linee che prendono il nome di nodi o punti di forza proprio perché sono i punti dove più si concentra il nostro occhio dopo aver guardato il centro dell’immagine.

È naturale conseguenza quindi porre in uno di questi punti l’oggetto o il soggetto che vogliamo mettere in risalto per dargli maggiore enfasi o per dare maggiore dinamicità all’azione. Ovviamente questa è una tecnica valida per ogni tipologia di foto.

Altro aspetto da tenere in considerazione è la locazione geografica in cui si fotografa o dove si intende promuovere e diffondere le foto, perché mentre in occidente leggiamo e scriviamo da sinistra verso destra, in altri paesi accade l’esatto contrario, quindi ciò che potrebbe essere equilibrato per noi non potrebbe esserlo per altri e viceversa.

Occhio, dunque, ai pesi che variano in base ai colori o all’introduzione di elementi umani o animali e a come vengono posizionati all’interno dell’inquadratura.

Da non sottovalutare anche la lettura della luce, quella naturale intendo, che varia col trascorrere del tempo e dalla posizione del sole nel cielo. È evidente che la luce di mezzogiorno è diversa da quella del tramonto, sia per incidenza che per tonalità, è facile verificare verso il tramonto dei toni gialli o rossi che non sono presenti nel resto del giorno. Quindi bisogna scegliere la luce giusta per una giusta composizione.

Un ultimo consiglio che sento di dare è di scattare le foto dritte o di introdurre nell’immagine degli elementi che facciano da perno e diano stabilità alla foto.

Detto ciò concludo dicendo che le regole vengono stabilite per essere infrante, ma ciò va fatto con padronanza e coscienza delle stesse, quindi non è affatto sbagliato fare foto “storte” o non seguendo le regole sopracitate, basta farlo con la consapevolezza di ciò che si vuole comunicare.

Annibale Sepe


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