La politica locale amministrativa: un’antica storia di compromessi

Passo

Su Linkedin, nei giorni scorsi, mi sono imbattuto in una discussione sul divario tra nord e sud. La domanda che si faceva e ci faceva, chi ha avviato  questa discussione, è  “… se il divario  aumenti?”.

Non specificando cosa intendesse, ha ricevuto una serie di commenti che riguardavano il divario economico e di sviluppo, il divario culturale e anche ambientale.

Nei commenti si ritrovano citazioni pre Unità d’Italia, ma soprattutto si cerca proprio nel processo di unificazione il motivo del divario. Un commento interessante è quello in cui si afferma che il divario deriva da 152 anni di scelte politico/economiche e da responsabilità dei potentati locali.

«L’assistenzialismo s’è rivelata un’ottima arma per calmare i bollenti spiriti ed “educare” il meridione ad una visione marginale di se stesso. La politica ha fatto le sue scelte, ha imboccato la strada dei compromessi,  ma i cittadini cosa hanno fatto in concreto per riequilibrare la situazione?».

Sempre nei giorni scorsi, e sempre in Internet, leggevo dei fondi regionali per la cultura stanziati in Campania. Ebbene, di circa 60milioni di euro, 50 sono destinati a Napoli, 8 a Salerno e alle altre tre provincie le briciole, anzi, notizia dell’ultima ora, alla nostra Provincia nulla.

Ecco le scelte politico-economiche. Naturalmente, anche nella nostra cittadina si sono effettuate e si effettueranno scelte politiche ed economiche. In base alle risorse disponibili, a volte anche non disponibili, si effettuano determinate opere e non altre.

Opere che in molti casi servono a pochi e verranno ultimate solo in prossimità di tornate elettorali. Gli esempi più eclatanti di opere non utili al momento e comunque non ultimate e quindi inutilizzabili sono: lo “stadio” della frazione Passo Eclano, molti nemmeno ne conoscono l’ubicazione, alcune strade ultimate ed illuminate, ma non fruibili per mancanza di autorizzazioni, altre strade ancora da ultimare e in fine il PIP, opera faraonica, fuori tempo massimo e iniziata in piena crisi economica.

Potrei aggiungere un parcheggio multipiano sulla cui utilità e fruibilità ci sarebbe tanto da dire e potrei aggiungere all’elenco i tre depuratori sequestrati, ma soprassediamo. La critica che mi aspetto è che giudicare il lavoro altrui è sempre più semplice.

Scelte politico-economico, dicevamo, senza recriminazioni sul passato, ma da programmare per gli anni a venire.

Cosa ci è mancato e di cosa ci potremmo occupare, sicuramente di tutela del territorio. Cosa abbiamo in meno della Toscana? Regione avanzata socialmente, culturalmente, economicamente e politicamente.

E’ una domanda che mi sono sempre fatto, cosa manca? Verdeggianti colline, olio ‘dop’ e vini ‘docg’, pascoli, allevamenti, formaggi, salumi, musei, parchi archeologici? No, la risposta che manca ed è mancata la tutela del territorio e la volontà di aprirsi al mondo dei potentati locali.

Sicuramente sono mancate scelte di integrazione sociale. Siamo ancora un Comune con le scuole primarie e secondarie sparse per l’intero territorio e invece di definirci ‘Eclanesi’ amiamo definirci col nome del nostro minuscolo campanile. Ammettiamo la formazione di pluriclassi pur di veder garantito il nostro orgoglio localistico ed il contentino.

E’ sempre una questione di scelte. Scegliere di sviluppare la zona commerciale dando il massimo del supporto a chi crea ricchezza e occupazione, anche se non sempre di qualità, dovrebbe essere una priorità e dovrebbe essere fatto in modo equidistante.

Creare delle infrastrutture, che funzionino e siano fruibili, per le attività produttive, dovrebbe essere una missione. Sprecare le poche risorse è sempre stato un delitto, lo è maggiormente in un epoca cosi incerta come quella in cui viviamo.

Facile? Assolutamente no, ma abbiamo il dovere morale, verso le generazioni future, di impegnarci.  Ricordiamoci, sempre, che «non abbiamo ricevuto la Terra in eredità dai nostri padri, ma in prestito dai nostri figli».

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