A.S. Avellino: abbonamento solo per i titolari della Tessera del Tifoso

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A Mirabella Eclano e nei dintorni, sono numerosi i tifosi dell’A.S. Avellino che ancora gioiscono per la recente promozione in Serie B, categoria che ha visto squadra e città spesso protagoniste negli anni passati.

In vista dell’imminente inizio del campionato, l’agenzia “DS service” di Mirabella Eclano, mette a disposizione dei tifosi l’abbonamento che permetterà di seguire i lupi nelle partite tra le mura casalinghe.

La campagna abbonamenti è suddivisa in due fasi temporali: la prima, con acquisto della tessera stagionale entro il 7 agosto, consentirà di accedere a un prezzo ridotto rispetto a quello che verrà praticato dall’8 agosto in poi, quando si aprirà alla seconda fase. In entrambe le fasi sarà possibile sottoscrivere abbonamenti ridotti, cioè riservati alle donne, ai nati prima del 31/12/1948, ai ragazzi nati dal 01/01/1999 al 31/12/2005. Per la sottoscrizione dell’abbonamento sarà necessario essere titolari di Tessera del Tifoso o Supporter Card.

Mettendo da parte numeri e dettami vari, addentrandosi nella mentalità del tifoso medio, chiunque si soffermerà per qualche secondo in più sull’ultimo punto trattato: quello riguardante il monopolio della Tessera del Tifoso.

Più volte, negli stadi italiani, si sono visti striscioni e manifestazioni contro la suddetta tessera che non sembra tutelare il tifoso, costretto a schedarsi e, come recitano la maggior parte dei cori, “omologarsi”.

L’omologazione, se così si può definire, è stata conseguenza dei continui scontri avvenuti sugli spalti, a discapito di tifosi più blandi e famiglie, obbligate a rimanere a casa per non rischiare di finire nella mischia.

Così ora il tifoso, l’appassionato, l’ultras o quel che sia, è costretto a presentare una fedina penale immacolata se vorrà seguire la propria squadra negli stadi d’Italia. L’articolo 9 della legge 401/89 sul tesseramento del tifoso, parla chiaro ma sembra non aver allontanato il pericolo dagli stadi.

Nei primi anni d’esecuzione della normativa, gli ultras privi di tessera, non potendo entrare nel settore ospiti, facevano da spettatori tra i tifosi avversari. Inutile negare gli scontri avvenuti nella maggior parte dei casi, che non si sono acquietati neanche col passare del tempo.

Chi è andato almeno una volta allo stadio, saprà che d’incongruenze ce ne sono parecchie, nonostante le norme di sicurezza intraprese. L’elemento più scalmanato riesce, in ogni caso, ad arrivare sugli spalti.

Allora il problema non ci sembra risolto e neanche avallato. Sembra più una minaccia mal riuscita, come se qualcuno ti mettesse una pistola senza colpi su una tempia.

E allora perché imporre una legge che sembra accontentare solo lo Stato, che si riempie le tasche approfittando di una fede calcistica troppe volte eccessiva?

Perché macchiare ulteriormente lo sport più conosciuto e amato dagli italiani?

Il calcio è un gioco strano, quasi subdolo. Ipocrita e incoerente come la mente umana.

Irene De Dominicis


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