Settembre è arrivato

settembre 2

 

La maggior parte della vita passa in accadimenti privi di valore, coincidenze, necessità, obblighi che accelerano il tempo e tramutano le stagioni in attimi, i pensieri in ricordi e ci costringono a rammentare ciò che non abbiamo mai fatto.

Ci sono poi delle ricorrenze che scandiscono il nostro tempo con una tale carica d’emozione da lasciarci attoniti e privi delle parole per definirli, sono gli attimi che colorano la nostra esistenza e la rendono degna d’essere vissuta.

Per chi ha il sangue intriso di questa terra e del suo innegabile fascino il mese di settembre ha il colore dell’oro della paglia, ha il suono delle urla festanti dei funaioli, ha i colori delle luminarie che agghindano le nostre strade, come corone di luce sfavillanti, ha il profumo della carne arrostita sulla brace; il mese di settembre riporta nel cuore la magia delle nostre più antiche tradizioni e la fiera consapevolezza di appartenere alla nostra Città, arroccata su una collina verdeggiante che si immerge nell’oceano malinconico dei tramonti d’autunno.

In un mondo senza più confini e senza più caratterizzazioni, invaso da una tecnologia troppo spesso oppressiva e spersonalizzante, i giorni del Carro hanno il potere di fermare il nostro tempo, di ridestare l’infantile malinconia dei nostri giorni migliori, di invadere il nostro cuore di un’emozione difficilmente comprensibile a chi non ha vissuto ciclicamente questi eventi, sino a ritrovarseli tatuati sull’anima.

Per noi Mirabellani la discesa del Carro porta via con sé il calore del sole e spegne le sere trascorse in Torretta, è l’ultima favilla del fuoco dell’estate che brilla nei pirotecnici fuochi d’artificio che incendiano il cielo notturno, accompagnando la Madonnina nel suo ritorno sulla collina, è la metafora delle stagioni che si rincorrono, raccontandoci il valore di un’emozione e la magia di un ricordo, la discesa del Carro ci riporta bambini accanto alle funi a scorgere la forza delle braccia dei nostri padri, è il sorriso luminoso di chi ci ha amato da sempre e ci ha tramandato il segreto della nostra appartenenza a questo miracolo d’arte e cultura, che attraversa le nostre strade sino a straripare nel boato liberatorio dell’arrivo al Borgo.

Settembre è arrivato anche quest’anno, si sente il suo profumo nelle sere che cedono alle lusinghe della notte, raccontandoci una storia d’amore e passione, è arrivato ricordandoci lo sguardo di chi non può più sorriderci durante la Grande Tirata, è arrivato per rivestire le nostre strade di luce e riempire il vento di musica e poesia, è arrivato per attardare le notti e ridestare gli animi, è arrivato per ricordarci chi siamo e quali magie celano le nostre origini.

Ripenso spesso agli anni dell’infanzia, al profumo dell’erba calpestata dagli zoccoli dei buoi, allo spiazzale delle scuole trasformato in un Luna Park, alle serate del cinema all’aperto rinfrescate dalla brezza d’autunno, agli ultimi giorni di vacanze ormai perdute prima di riaprire i libri scolastici, ai tanti volti che negli anni sono divenuti un alito di vento e che non potrò più incontrare nei vicoli affollati dei nostri giorni d’allegria.

In questo tumulto d’emozioni, in questi giorni che rivestono la nostra Città di armonia, passeggio tenendo per mano mia figlia e nello stupore dei suoi occhi, nell’infinito incantesimo dei suoi primi anni riscopro la magia di appartenere a questo luogo, rivivendo attraverso il suo sorriso la gioia che colorava il mio viso quando avevo la sua età. Nello scintillare frenetico delle luci, nella musica che ci avvolge, in quest’aria frizzante dell’ultima estate che svanisce, ho la certezza che le sue mani ghermiranno un giorno quelle funi per portare avanti una tradizione che rimane la più limpida essenza della nostra terra.

Settembre è arrivato con il suo obelisco di luce e fantasia.

Massimo Lo Pilato

 

 


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