Louis Freeh ex direttore dell’F.B.I., docente alla Widener University dagli Stati Uniti è tornato a Mirabella per approfondire la conoscenza delle sue radici italiane

FBI

Sono da poco passate le ore dieci del sette agosto 2013 quando una Mercedes Vito di color grigio scuro ferma la sua corsa nei pressi del bar San Francesco di Mirabella Eclano. Il Primo a scendere è Louis Freeh, ex direttore dell’FBI e dal 2009 orgoglioso cittadino italiano. Amico ed estimatore del giudice Falcone nel 2011 è stato insignito del premio Guido Dorso, che puntualmente ha voluto dedicare al magistrato italiano, al quale aveva già dedicato la sua nomina a Direttore dell’FBI. Lo scorso anno la rivista specializzata Esquire  lo ha compreso tra i primi 15 personaggi più importanti d’America.

Incurante del sole rovente che imperversa sulle pietre della scalinata che porta  sulla piazzetta antistante la bellissima chiesa di San Francesco, Louis Freeh avanza sicuro verso l’edificio, da alcuni anni sede del Municipio.

La prima cosa che si presenta ai suoi occhi vigili di poliziotto attento e rigoroso è lo storico obelisco di San Raffaele, che da secoli si innalza al centro della piazzetta per essere stella polare al viandante impegnato in un cammino di fede. All’ombra della vetusta guglia si ferma per attendere la moglie e i tre figli che lo accompagnano in questo emozionante ritorno a Mirabella, la città che quindici anni fa volle inserirlo honoris causa nel novero dei suoi figli più illustri.

In qualità di cittadino onorario compie una sosta premurosa per dimostrare ai suoi familiari di essere un buon padrone di casa. Ma anche per dare uno sguardo  all’obelisco di San Raffaele, che nella struttura gli ricorda il Carro.

 In verità il dottor Freeh conosce il Carro di Mirabella! Lo ha visto nelle foto e nei filmati che gli furono regalati durante la sua precedente visita. Conosce il fascino dinamico della “grande tirata” e quello contemplativo dell’intreccio dei culmi di grano di cui sono rivestiti i pezzi dei sette registri che si sovrappongono come i capitoli di un romanzo popolare. Perciò prima di tutto entra nel Museo del  Carro sito al piano terra dell’ex convento. E qui come farebbe la più esperta delle guide spiega alla moglie Marilyn e ai figli il valore artistico dei lavori esposti e si adopera per far comprendere come dalla loro unione si formi l’intero obelisco, che è rappresentato nella gigantografia affissa alla parete.

Riferisce come le tradizioni culturali e religiose di un popolo vivano nell’insieme armonioso di questa straordinaria macchina da festa. Come migliaia e migliaia di fili di paglia concorrano a formare un’opera d’arte, che si pone come il risultato finale di un autentico processo creativo. Un processo che riconduce il molteplice all’uno e conferisce all’uno il valore dell’unicità. In fine si dice sicuro che anche suo nonno, negli ultimi decenni dell’Ottocento, prima di partire per l’America, portò il suo filo di paglia per la corale costruzione dell’obelisco.

E’ dispiaciuto perché la madre Berenice non è presente. Proprio lei che si è sempre dichiarata mirabellana al cento per cento perché figlia di un mirabellano. Che   ha sempre parlato il dialetto mirabellano e nei momenti di nostalgica solitudine ha intonato l’inno del Venerdì Santo, che il maestro Antonio De Simone volle comporre esclusivamente per Mirabella, nei primi anni del Novecento. Che nelle riunioni tra compaesani ha cantato le canzoni popolari di Mirabella e, prima fra tutte,  Quanto la voglio bene a Felomena.

 La signora Berenice – Bernice per l’anagrafe americana che si uniforma alla versione inglese della Bibbia – non  conosce la città di Mirabella. Nata negli Stati Uniti non ha mai avuto occasione di visitarla. Però ne ha sempre sentito parlare con entusiasmo e ne parla a sua volta con profondo struggimento. Ai suoi nipoti racconta  del Carro e di tutta l’euforia che ruota intorno al prezioso manufatto. Parla dei Misteri, della Chiesa di Santa Maria Maggiore e di tutto il suo sacro arredo, delle vetuste campane, dei vicoli del centro storico, delle affollate e rumorose fiere della Candelora e di tante altre cose ancora: strade, vicoli e monumenti che rivede senza averli mai visti e li descrive con assoluta precisione. Per Berenice Chiuchiolo maritata Freeh, Mirabella è il paese che poteva essere della sua infanzia ma non è lo stato. La città che avrebbe voluto visitare ma che, anche questa volta, dovrà accontentarsi di scrutare negli occhi di suo figlio.

Segue l’incontro con alcune impiegate del Comune che lo riconoscono e lo accolgono con entusiasmo. Il professore ricambia la cordialità e accetta volentieri di farsi fotografare insieme a loro. Cordiale ed emozionante è anche l’incontro con il sindaco Vincenzo Sirignano che per la circostanza indossa la fascia tricolore e rende omaggio all’ospite consegnandogli il labaro della città. La cerimonia, breve nella sua semplicità, suscita turbamento e commozione nell’animo del prof. Freeh che rivive per un attimo i momenti salienti della sua prima volta a Mirabella, quindici anni fa.

Erano esattamente le ore 15,55 del 22 maggio 1997 quando il mastodontico elicottero militare, proveniente da Roma, atterrò sul campo sportivo di Mirabella Eclano. Circondato dagli uomini della scorta metteva piede per la prima volta sul territorio irpino il giovane Direttore dell’FBI Louis Freeh. Suo desiderio era quello di prendere fisicamente contatto con la terra che aveva dato i natali al nonno materno  Luigi Chiuchiolo, che agli inizi del Novecento era partito da Mirabella per cercare fortuna negli Stati Uniti d’America.

Visibilmente emozionato il numero uno dell’FBI, ai compaesani che erano venuti ad accoglierlo insieme alla autorità, si presentò con una frase in lingua italiana:  Mia madre mi dice sempre che mio nonno Luigi Chiuchiolo, a malincuore lasciò qui il suo cavallo prima di tentare la fortuna in America. Poi aggiunse riflessivo: chi sa  cosa avrebbe detto oggi nel vedere suo nipote scendere da un elicottero!?     

Quella frase lungamente pensata era di certo il modo più semplice che l’illustre ospite aveva scelto per superare le distanze e consegnarsi con naturalezza ai concittadini, agli amici e ai parenti che stava per incontrare. Ad essa infatti seguirono solo parole singole e soprattutto tantissimi gesti per un dialogo che si protrasse sincero e cordiale per alcune ore. Intanto la comitiva che circondava l’ospite diventava sempre più numerosa e festante anche per la presenza di tantissimi bambini spontaneamente accorsi. Assolutamente palpabile era il desiderio dell’ospite di  conoscere il proprio passato, la propria origine. Di scavare nel terreno della storia  per mettere a nudo le radici di un albero di cui avvertiva di essere il frutto maturo.

Quella frase, pronunciata di getto, oltre a contenere il richiamo a due generazioni tra loro distanti due secoli, faceva esplicito riferimento a due mezzi di trasporto adeguati ad uomini intraprendenti e dinamici: il cavallo per il nonno Luigi Chiuchiolo, che proveniva da una famiglia di commercianti ambulanti e l’elicottero per il nipote Luigi Freeh, già procuratore distrettuale di New York e dal 1993 Direttore del’FBI.

Nel corso dell’incontro ufficiale con le autorità il dottor Freeh parlò in lingua inglese e tra le altre cose disse: Quando penso all’Italia penso a persone forti, legami forti. Un paese in cui è forte il concetto della fratellanza.

All’interno di una città completamente blindata il  gruppo di persone che si era formato intorno all’ospite e alle sue guardie del corpo si muoveva con una certa difficoltà alla ricerca dei luoghi della memoria.

Il primo angolo da visitare secondo le indicazioni di mamma Berenice era quello che dalla chiesa dell’Addolorata sale fino a piazza Vittoria, anticamente conosciuto come via delle Fornacelle. Qui abitava la famiglia Chiuchiolo. Qui viveva con la sua famiglia il fratello maggiore di nonno Luigi; quel Michele Chiuchiolo gestore di una piccola locanda, da tutti conosciuto come il Capobanda per aver fatto parte del Gran Complesso Bandistico di Mirabella Eclano in qualità di sostituto del maestro. La sua casa era frequentata dai giovani che desideravano diventare musicanti per poter un giorno far parte della Banda locale e con essa visitare i paesi dell’Irpinia e della Basilicata. Intorno ad un tavolo, che profumava di vino e di carne alla brace, si riunivano i ragazzi di Mirabella desiderosi di apprendere i primi elementi del solfeggio; e tra essi il futuro musicista Antonio D’Elia insigne compositore e accademico di Santa Cicilia.

Nella foto datata 1912, che l’avvocato Mario Ciani donò a Louis Freeh, in ricordo della sua gradita visita in Mirabella Eclano, Michele Chiuchiolo siede alla sinistra del maestro, mentre il giovanissimo D’Elia rimane accovacciato a terra con in mano il suo inseparabile clarinetto.

Ma qui di antico non c’era più nulla: La ristrutturazione urbanistica, seguita al terremoto del 23 novembre 1980 aveva cancellato definitivamente le tracce dell’ultima dimora mirabellana della famiglia Chiuchiolo.

Louis Freeh alzò lo sguardo al cielo come per dire che bisognava cercare altrove:  A Pistoia forse o anche a Montecatini dove il figlio del Capobanda, Pasquale Chiuchiolo, cugino di sua madre, si era trasferito dopo il terremoto del 1962.

 Seguì la cerimonia ufficiale che si svolse nella sala consiliare del palazzo di città dove ebbe luogo la lettura e la  consegna del documento, che gli conferiva la cittadinanza onoraria.

Attesa l’importanza dell’evento si pensò a un documento in lingua latina, che il professore Augusto Genzale elaborò in modo geniale. Un documento originale e personalizzato, che non poteva essere utilizzato per altri personaggi senza l’aggravante della falsificazione.

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Conclusa la cerimonia il dottor Freeh  prese commiato dai suoi nuovi  concittadini con la promessa di ritornare appena possibile. Era ansioso di raggiungere la Sicilia dove il giorno dopo avrebbe partecipato alla manifestazione organizzata dalla Fondazione Giovanni e Francesca Falcone per il quinto anniversario della strage di Capaci. Egli era molto amico del magistrato italiano con il quale aveva condiviso, prima di essere nominato Direttore dell’FBI, l’indagine internazionale della cosi detta “Pizza connection” in qualità di pubblico ministero.

Sorvolando in elicottero l’Irpinia e la Basilicata constatò come davvero esigua fosse la distanza tra  Mirabella e Ruoti, il paese in provincia di Potenza dove era nata la nonna Giuseppina Murano che nel 1916 a New York aveva sposato Luigi Chiuchiolo.

Non più di cento chilometri separano Mirabella Eclano da Ruoti. I due paesi sono inoltre collegati tra loro dalla via Appia, che da millenni li attraversa e li proietta sulla ribalta della storia. Entrambi sono parte integrale dell’antica Lucania, la terra del Vulture tra i cui sacri boschi passeggiava duemila anni fa il grande Orazio. Nel cuore profondo di questa regione si allungano le radici italiane di Louis Freeh.

Ed ecco perché, quando il 23 ottobre 2009 venne insignito della cittadinanza italiana per meriti speciali, concessa con decreto del Presidente della Repubblica, fece la sua definitiva dichiarazione di fede: Anche se sono nato e cresciuto in America i valori che ho imparato da ragazzo sono quelli che provengono dalla società italiana meridionale da cui provengono i miei nonni, che ancora adesso costituiscono  il mio profondo legame con l’Italia. Quindi scelse Ruoti come paese di residenza. Una scelta che doveva servire ad ampliare la diramazione delle sue radici italiane e meridionali.

Sono passati oltre quindici anni da quel lontano 22 maggio 1997 e Louis  Freeh è tornato a Mirabella per rivivere l’emozione della prima volta e soprattutto per consultare in maniera più approfondita gli antichi manoscritti dell’Archivio Parrocchiale nei quali sono registrati i momenti essenziali della vita e della morte dei suoi antenati eclanesi.

Animato da un’ansia crescente e munito di macchina fotografica raggiunge la chiesa di Santa Maria Maggiore dove ad attenderlo c’è il dottor Valentino D’Ambrosio insigne studioso di storia patria nonché direttore del Museo d’Arte Sacra annesso alla Cattedrale. In assenza del parroco don Remigio Spiniello, impegnato con due giovani che stanno per sposarsi, sarà lui a guidare il dottor Freeh nelle ricerche che intende effettuare.

Seguendo le indicazioni del prof. D’Ambrosio si comincia col trascrivere l’atto di matrimonio contratto il 21 dicembre del 1878 da Giovanni Chiuchiolo e Maria Giovanna Camerlingo dal quale era nato nonno Luigi Chiuchiolo, terzogenito di una famiglia piuttosto numerosa.

foto3Anno D.ni millesimo septuagesimo octavo die vigesima prima decembris. Praemissis tribus canonicis denunciationibus in tribus dominicis diebus idest die prima octava et decimoquinta predicti mensis, et obtenta licentia a R.ma Episcopali Curia Abellinensi, ac servatis omnibus de jure servandis Ego infrascriptus Archipresbiter Curatus Collegiata et Curatae Ecclesia Santae Maria Majoris Mirabellae in dicta Ecclesia Joannem Chiuchiolo qlm Dominici, et Raphaelae di Luca coniugem Civitatis Mirabellae, et Mariam Jovanna Camerlingo qlm Michaelis et Margharitae Merola coniugem dictae Civitatis interrogavit utrum matrimonium in faciem Ecclesiae celebrare vellent et coram habito mutuo consensu per verba de prefecti Vis et Volo solemniter matrimonio coniunxi praesentibus notis testibus Dominico Palermo qlm Angeli Antonii, et Nicolao di Luca Pauli.  In fidem   Archipresbiter Curatus  Alujsius Palma

Nell’anno del Signore milleottocentosettantotto il giorno ventuno dicembre premesse tre canoniche pubblicazioni nelle tre giornate di domenica :1 – 8 e 15 del sopraddetto mese e ottenuta la licenza dalla Reverendissima Episcopale Curia avellinese, e osservate tutte le cose da osservare del Diritto Canonico come per legge, Io sottoscritto arciprete Curato della Collegiata e della Curata Chiesa di Santa Maria Maggiore di Mirabella ho unito in matrimonio Giovanni Chiuchiolo fu Domenico e di Raffaela Di Luca coniugi di Mirabella e Maria Giovanna Camerlingo fu Michele e di Margarita Merola coniugi della detta città, ho interrogato se vogliono celebrare il matrimonio davanti all’altare e avuto il loro mutuo consenso  con le parole della formula vis et volo  solennemente li ho congiunti in matrimonio essendo presenti i testimoni conosciuti Domenico Palermo figlio di Angelantonio e Miche Di Luca di Paolo.   In fede               Arciprete Curato Luigi Palma

Luigi Chiuchiolo fu battezzato nella chiesa di Santa Maria Maggiore il giorno quattro   Agosto 1884 come risulta dal verbale che si trascrive.

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Anno Domini millesimo octingentesimo octogesimo quarto die tertia Augusti Reverendus Don Iacob Santamaria Canonicus et Aeconumus baptizavit infantum natum hora 11:05 antim. Diei praecedentis ex Ianne Chiuchiolo et Ioanna Camerlingo coniugibus Mirabellae; cui fuit impositum nomen Aluisius. Patrinus fuit Cajetanus Mommolo qn Dominici. Obstretix vero Petronilla Sale. In fidem.

            Archibresbyter Curatus    Aloysius Palma   

Nell’anno del Signore 1884 il giorno tre del mese di Agosto  il Reverendo Don Giacomo Santamaria Canonico ed Economo ha battezzato il fanciullo nato alle ore 11,05 del giorno precedente da Giovanni Chiuchiolo e Giovanna Camerlingo coniugi di Mirabella; al quale è stato imposto il nome di Luigi. Il padrino è stato Gaetano Memmolo del fu Domenico. L’Ostretica Petronilla Sale.

                        In fede    Arciprete Curato Luigi Palma

Concluse le ricerche presso il Museo di Arte Sacra e l’Archivio Parrocchiale della città il prof Freeh ed i suoi familiari si preparano a lasciare Mirabella in assoluta  tranquillità, quasi in punta di piedi e senza il clamore della prima volta.

Porteranno in America centinaia di fotografie riguardanti il Carro e i documenti che hanno contrassegnato l’esistenza degli antenati eclanesi, dei quali abbiamo qui riportato alcuni esempi.

Un’ultima tappa avviene alla frazione di Pianopantano dove la famiglia Freeh, invitata dal signor Gabriele Russo dell’Ufficio Tecnico Comunale, si ferma per degustare i prodotti della rinomata gelateria Aloha.

 Durante quest’ultima sosta in territorio eclanese, in maniera decisamente intima, avviene il tradizionale scambio di doni. Il dottor  Luois Freeh consegna al sottoscritto il suo libro MY F B I Bringing Down the Mafia Investigating Bill Clinton, and Fighting the War on Terror con tanto di dedica ed il sottoscritto consegna all’ospite la sua ultima pubblicazione dal titolo Orazio in Irpinia La notte nella locanda di Trevico. Intanto prof. Freeh assicura che sarà di nuovo a Mirabella il prossimo anno nel mese di settembre per partecipare, con lo spirito del mirabellano autentico, alla  tradizionale Grande Tirata.

 Articolo pubblicato su Corriere dell’Irpinia, lunedì 18 settembre 2013 

Edmondo Pugliese


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