Test Università: salta il “bonus” legato al voto di maturità

bonus di maturità

 Antonello Venditti la chiamava “notte di polizia” nel lontano 1984 e cantava “maturità t’avessi preso prima”. Ad oggi, queste parole sembrano profetiche.

Stando, infatti, all’ultimo Decreto Legge, che va a contraddire il precedente D.M. n.449 del 12 giugno 2013, i diplomandi (ora diplomati) dell’anno scolastico 2012-1013 non potranno più godere del bonus di accesso alle facoltà a numero chiuso che, come è noto, propinano ogni anno test sempre più complessi e selettivi, essendo necessaria una scrematura generale tra le migliaia di studenti che tentano di accedere ai corsi di studi più complessi (medicina in primis, presa d’assalto dalla più parte).

Avrebbero tanto voluto nascere con qualche anno di anticipo, dunque, tutti coloro i quali la “notte prima degli esami” l’hanno trascorsa a ripassare, pregando di ottenere i tanto agognati cento centesimi. Oltre ad essere motivo di orgoglio, il voto della maturità avrebbe rappresentato un jolly da giocare al momento dei test d’ammissione. Il 10% dell’esito della prova l’avrebbe fatto quel numero che, andando ad aggiungersi al punteggio effettivo del test, ne avrebbe determinato il risultato.

Da tempo correva voce dell’intenzione del Ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, di abolire il bonus, perché considerata una soluzione non equa, per come impostata. Era possibile ottenere l’agevolazione, infatti, soltanto sulla base dell’esame finale e non dell’intero percorso di studi; inoltre non era necessario un confronto con la media dei voti totali degli altri maturandi. Ciò andava a creare un’enorme disparità tra Nord e Sud Italia, dove i cento e lode sono esattamente il doppio.

Gli allievi migliori delle scuole più selettive sarebbero stati penalizzati, dunque, rispetto a chi frequentava un istituto meno impegnativo. Immediata la reazione degli interessati, che hanno fatto arrivare il loro malcontento nelle case di tutta Italia, grazie alla creazione di gruppi numerosissimi sui social network, gridando allo scandalo. Il fulcro della polemica, infatti, sembrerebbe essere la data di annullamento del sopra citato decreto ministeriale. Mentre si decidevano le loro sorti ,infatti, gli studenti erano impegnati nello svolgimento dei test di ammissione, ignari di quanto stesse accadendo. Nonostante le minacce di ricorso, la ministra Carrozza si dichiara tranquilla, affermando che è abitudine degli italiani rivolgersi alla giustizia per qualunque cosa e che, in ogni caso, il numero di ricorsi sarà certamente inferiore rispetto a quanti ne sarebbero pervenuti lasciando le cose come stavano.

Intanto, gli studenti si dividono. Chi si sente danneggiato dal provvedimento è incredulo rispetto all’intera vicenda, poiché si è visto mancare all’improvviso una certezza in una prova così ardua ed è pronto a ricorrere al Tar. La controparte, invece, gioisce di quanto accaduto e, anzi, lamenta un ritardo nella presa di coscienza del ministero.

«Abbiamo percorsi scolastici diversi, non era un metro di giudizio adatto» si legge sul web. E ancora: «…se il ministro ci avesse ascoltato prima si sarebbero evitati molti disguidi. Ora però occorre prendere atto della realtà. Ancora in questi giorni migliaia di studenti sono vittime di un sistema ingiusto e miope. Forse questa volta sarebbe veramente il caso di mettere fine al tabù del numero chiuso e aprire un reale confronto con noi studenti per il definitivo superamento di questo sistema di accesso».

Che sia questo un passo verso un’apertura di ‘porte’ che il nostro sistema scolastico, spesso e volentieri , chiude in faccia agli studenti?

La speranza è l’ultima a morire!

Seppur comprensibile, la delusione degli aventi diritto al bonus non può essere giustificata in un contesto di equità, considerando che gli stessi test a Medicina avvantaggiano gli studenti dei licei scientifici, a discapito di quelli provenienti da altri indirizzi dove materie come chimica e biologia vengono trascurate.

La disparità (o presunta tale) è ovunque. In ogni ambito, che sia esso lavorativo o scolastico, la disuguaglianza è una ‘conditio sine qua non’ che come tale va considerata  e in quanto tale ritenuta uno stimolo ad un impegno maggiore.

Beatrice Sirignano


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