A Mirabella Eclano c’è anche il Basket

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Grazie all’impegno e alla passione di due giovani della nostra comunità, Mirabella Eclano può vantare oggi anche una nascente squadra di basket, composta da ragazzini dagli otto ai quindici anni che, da tre mesi, si dilettano ad imparare una nuova disciplina sportiva,  sotto la guida di Carmine De Simone e Gaetano Porciello, rispettivamente 22 e 18 anni che, nonostante la giovane età, si sono attivati per sfruttare uno spazio come quello della palestra comunale, spesse volte sottovalutato o abbandonato a sé stesso.

Il primo in qualità di appassionato, il secondo come arbitro federale, insegnano ai loro iscritti i primi rudimenti della pallacanestro. Abbiamo intervistato Gaetano Porciello, ponendogli delle domande riguardo la nuova attività.

Da cosa nasce l’idea di iniziare un corso di basket dilettantistico?

«L’idea nasce, sicuramente, dalla grande passione che nutriamo verso la pallacanestro e dalla voglia di dare ai ragazzi di Mirabella la possibilità di praticare uno sport che non sia solo il calcio o il nuoto, che in questi anni hanno fatto da padrone, ma anche di approcciarsi ad una nuova disciplina, con la speranza di far nascere in loro lo stesso entusiasmo che ci ha spinti ad iniziare il corso».

Da quanto tempo eravate intenzionati a concretizzare il progetto?

«Da anni riflettevamo sulla possibilità di sfruttare lo spazio della palestra , dove eravamo soliti organizzare partitelle tra amici, per creare ex novo una scuola di basket ,ma problematiche relative all’organizzazione e l’appoggio che precedentemente ci è mancato da parte degli adulti, hanno rallentato il tutto. Ad oggi, però, siamo orgogliosi di avercela fatta!».

Come mai proprio il basket?

«Ovviamente perché è il nostro sport preferito. Il motore vero di tutta l’attività è il nostro amore verso la pallacanestro. Inoltre pensavamo che avrebbe potuto riscuotere successo in quanto è un nuovo servizio che Mirabella offre ai suoi ragazzi».

Pensi che la vostra potrebbe raccogliere gli stessi consensi delle più diffuse scuole di calcio o,addirittura, superarle?

«E’ quello che speriamo, ovviamente. Il nostro scopo non è competere con le altre attività, bensì promuovere al meglio la nostra, che riteniamo altrettanto valida. Ci vuole solo un po’ di tempo, le novità non raccolgono immediatamente consensi, soprattutto se poco promosse , come nel nostro caso».

Pensi di poter arrivare a formare una vera e propria squadra?

«Puntiamo a questo! Appena raggiungeremo un numero sufficiente di iscritti vorremmo mettere su una squadra a tutti gli effetti».

Avete intenzione di iscrivere i vostri ragazzi ad un campionato dilettantistico?

«Se riusciremo a formare la squadra ci impegneremo per portare i ragazzi ad un livello tale da poter affrontare delle competizioni e ,perché no, un campionato. Chiaramente adesso è presto per parlarne, siamo solo agli inizi di un progetto che richiederà certamente più impegno di quello profuso finora, ma che speriamo venga riscattato da soddisfazioni altrettanto grandi».

Avete riscosso il successo che vi aspettavate?

«Inizialmente eravamo scettici  rispetto all’idea che una scuola di basket a Mirabella potesse riscuotere successo. Sappiamo bene che l’attività preponderante è quella calcistica, ma siamo entusiasti dei risultati ottenuti, anzi, essi stessi hanno superato le nostre aspettative».

Pensate di fare dell’insegnamento del basket una vera e propria professione?

«Per ora è solo un hobby, nel futuro si vedrà. D’altronde siamo due giovanissimi e ancora non abbiamo le idee chiare rispetto al nostro futuro».

Com’è il rapporto con gli allievi?

«Il rapporto con gli allievi è fantastico. Ci conosciamo perché veniamo tutti dallo stesso paese, siamo cresciuti negli stessi luoghi e tra noi si è instaurato un rapporto di fratellanza. La differenza d’età,poi, è minima e ciò ha fatto sì che l’ora di allenamento diventasse un’ora di svago da ambo le parti. Non vi è la gerarchia classica dell’allievo subordinato al maestro. I ragazzi imparano da noi per il semplice fatto che abbiamo qualcosa da insegnare loro, data l’esperienza maggiore, è proprio il caso di dirlo, “sul campo”».

La vostra giovane età ha influito sul successo dell’iniziativa?

«Credo proprio di sì. In parte negativamente, poiché gli stessi genitori dei nostri allievi erano scettici rispetto ad un corso tenuto da poco meno che venticinquenni, ritenuti anche, per certi versi, inesperti. Chi ci conosce, però, sa quanto amiamo questo sport e ci ha dato fiducia proprio perché ha visto nei nostri occhi l’entusiasmo per ciò che facciamo».

Come si approcciano allo sport i ragazzi?

«I ragazzi sono curiosi di scoprire questo nuovo sport, le sue regole, di mettersi alla prova in campo e di sfidarsi tra loro. Si è creato uno spirito competitivo molto incoraggiante, che ci rende ancora più speranzosi rispetto al futuro».

Come vi siete avvicinati al basket, che non era mai stato praticabile prima d’ora nel nostro paese?

«Personalmente devo la mia passione per il basket a mio padre, che nel 2005 mi ha portato a vedere la prima partita. Da allora non ho mai smesso di seguire l’Air Avellino e questo sport mi ha preso così tanto che sono diventato arbitro federale. Spero di trasmettere anche ai miei allievi tutta l’energia con la quale mi approccio a questo sport e chissà che magari, un giorno, uno di essi non diventi un grande campione!».

                                                                                                                                        Beatrice Sirignano


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