Il “fashion lab” di Cristian e Maria: «WE HAVE A DREAM!»

CRISTIAN BOZZETTO

Sono giovani, intraprendenti e con un sogno Cristian Guarino e Maria Maya: fare della loro passione per la moda una vera e propria professione. Ed hanno scelto, come trampolino di lancio, il luogo da cui provengono e che ancora, a detta loro, ne ispira le creazioni.

Lui diplomato allo IED, lei industrial designer, hanno condiviso, per anni, non solo le idee, ma la vita. Amici da sempre, aspirano a trasformare “Factory CM” (il loro “fashion lab”) in un vero brand ed a ciò è dovuta la scelta di aprire uno showroom nella frazione Passo di Mirabella, dove pensano, realizzano ed espongono i loro capi.

Ed è proprio lì che «La Fenice on-line» ha deciso di andare a trovarli, per parlare con loro e fare esperienza diretta del primo “fashion lab” mirabellano. Innanzitutto chiediamo a Cristian di chiarirci le idee riguardo il progetto “Factory CM” e quant’altro hanno in cantiere.

Il giovane stylist ci spiega il concetto di “fashion lab” definendolo un vero e proprio “laboratorio di moda”, che si rifà idealmente alle vecchie boutiques di quegli anni in cui la moda non si “seguiva”, ma si “faceva”; dove la donna acquistava un capo che si adattava alle forme del suo corpo, al suo stile e alla propria personalità; dove l’omologazione non esisteva o, per lo meno, era contenuta rispetto ad un’epoca come la nostra in cui non conta più apparire per come si è, ma essere per apparire.

Sono gli stilisti di allora ad ispirare Cristian e a motivarlo nel perseguire il suo progetto, convinto che non sia la moda a dettare i canoni di bellezza, ma che essa stessa debba essere uno “strumento” nelle mani di chi vuole esprimere il proprio essere anche attraverso l’abbigliamento.

Insieme a Maria, che invece si occupa della creazione di accessori con l’impiego di materiali del quotidiano (ad esempio borse e pochettes in PVC, jolly della sua produzione), ha collaborato con aziende dell’ambiente romano alla realizzazione di una collezione dal taglio giovanile e versatile, esposta nello showroom di Passo Eclano.

Qui, tra la vivacità dei colori delle pareti e la policromia creata dai capi della collezione, ci hanno accolto Cristian e Maria, fieri (e come non esserlo dopo aver realizzato, seppur in parte, il proprio sogno!) che, quello che qualche anno fa era soltanto argomento di discorsi davanti ad una pizza, abbia preso corpo e sia alla portata di tutti coloro i quali, incuriositi dall’idea di un luogo in cui non comprare un abito, ma di partecipare alla sua creazione insieme ad un esperto del settore, piuttosto che  dalla particolarità del progetto in sé, vogliono sperimentare una nuova forma di shopping. Non riflettono solo sull’impiego dei tessuti o sul taglio da dare ai propri capi Cristian e Maria.

Sono consapevoli che la moda, oggi, è un business, tanto che si parla di “industria della moda”, e che influenza tutti gli aspetti della società. Sono consci (chi meglio di loro?) della differenza che intercorre tra lo stile e la moda ed è su quest’ultima che hanno incentrato il proprio progetto. La loro collezione non è altro che, oltre al frutto di uno studio, il riflesso del proprio modo di essere, svincolato dai dettami del “commerciale”.

Il legame, secondo il ragazzo, è da ricercarsi tra le forme femminili e il taglio dell’abito, atto principalmente a valorizzare il corpo di chi lo indossa e la speranza è proprio che, chiunque decida di rivolgersi a lui, lo faccia consapevole di trovarsi di fronte un amico disposto a dare forma alle idee del cliente, mettendo in pratica le conoscenze acquisite durante le diverse esperienze della sua vita (viaggi, stages e collaborazioni con aziende italiane).

Maria, che si definisce “il braccio” della coppia, sottolinea più volte come il legame di profonda amicizia si rifletta anche nel contesto lavorativo, permettendo ai loro abiti di essere la perfetta fusione di due stili che, seppur totalmente diversi (lei stessa descrive il suo “streetwear”, a differenza dell’amico “bon ton”), riescono a combaciare.

Ricordano entrambi con un sorriso le nottate passate a sistemare il locale, ridipingerlo, montare mensole e scaffali, appendere i capi uno ad uno seguendo un disegno mentale che vedevano concretizzarsi sotto i loro occhi.

Una luce di orgoglio vi brilla ed un’espressione soddisfatta si dipinge sui loro volti, mentre parlano di sogni, progetti, aspirazioni ed è un augurio quello del nostro giornale, affinché questi ultimi si realizzino tutti, poiché Cristian e Maria siano un esempio di audacia ed intraprendenza per tutti i giovani che credono nei propri sogni e che temono di non farcela.

Che siano uno stimolo per i coetanei ad osare sempre, a non temere di fallire e a credere davvero nella possibilità concreta di realizzarsi, perché “sono sempre i sogni a dare forma al mondo”.

Beatrice Sirignano


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