«La famiglia è la patria del cuore»

famiglia

Spesso ci chiediamo quale sia il posto più sicuro nel quale rifugiarsi per scappare dalle delusioni amare delle nostra vita.

Ci sono luoghi di comodo, persone che ci passano accanto lasciando solo un segno, a volte neppure così evidente, gente del mondo che ti sorride  o che passa davanti al tuo dolore con un’indifferenza che ferisce. Alcune cose riempiono la metà del vuoto che hai dentro, altre ti sfiorano appena il viso illudendoti con finte carezze che dopo un po’ avranno il sapore amaro del passato da cui fuggire per non soffrire.

Ma c’è  un solo posto dove approda il cuore, dove attaccano  le radici dell’anima, per sempre, e dove  si parte per poi essere, per poi  ancora divenire e infine morire.

«La famiglia è un’unione di vita, è la comunità, valore e significato del matrimonio, dell’infanzia e della vecchiaia». Ecco la definizione di Papa Francesco durante l’assemblea plenaria del  Pontificio Consiglio per la famiglia tenuta qualche mese fa nella sala clementina del Palazzo apostolico.

«E’ il luogo dove si impara ad amare, il centro naturale della vita umana, fatta di volti, persone che amano, dialogano, si sacrificano per gli altri e difendono la vita ,soprattutto quella più fragile, più debole. Si potrebbe dire ,senza esagerare, che la famiglia è il motore della vita e della storia».

In essa la persona  prende coscienza della propria dignità e riconosce la dignità di ogni singola persona, in modo particolare di quella malata, emarginata, debole.

Non  importa quali e quanti siano i componenti di un gruppo, se è  una famiglia ristretta, allargata, i componenti di una comunità quando riescono ad evolversi attraverso di essa, vivono nella certezza di un punto di riferimento che sarà il faro dell’esistenza.

Divorzi, separazioni possono certamente cambiare la forma di una famiglia, ma se all’interno di ciò che resta, sopravvive il senso di unione fraterno e sanguigno, non esiste divisione che possa ferire.

Indubbiamente la famiglia sta vivendo un momento di crisi, soprattutto  a livello culturale, in relazione al significato che si attribuisce a questa istituzione. Ci troviamo sicuramente dinanzi a varie patologie; e se da un lato diminuiscono i matrimoni, sia religiosi che civili, in quanto i giovani hanno paura di pronunciare il fatidico “sì”, dall’altro aumenta la contraddizione della corsa di alcuni di volere una famiglia a tutti i costi: anche quelle di “fatto” appunto vogliono esserlo di “diritto”.

Questa dicotomia nasce negli anni settanta quando si inizia a parlare di morte della famiglia e di una società senza padri. Si voleva la liberazione da ogni legame, quella con gli altri e quelli con la famiglia; fino ad arrivare ad oggi dove appare sempre più evidente la  vertigine della solitudine con il culto dell’“io” sciolto da ogni vincolo e l’affermazione dei diritti del singolo che prevalgono  su quelli collettivi.

Tutto questo ha ovviamente cambiato, trasformato la famiglia nel corso del tempo, ma il concetto fondamentale  che la regge è sempre lo stesso.

Da recenti studi risulta che la famiglia normo costituita, ossia quella con padre, madre e figli, è la risorsa più preziosa della società: i suoi membri vivono più a lungo, producono più ricchezza, hanno minori problemi psicologici e riescono a tessere un’ampia e robusta rete di relazioni sociali. Questo è il tessuto che sta permettendo all’Italia di resistere come nazione. Questa famiglia è un vero e proprio capitale sociale, umano oltre che economico.

In un mondo dove nulla è per sempre, dove tutto finisce e ogni cosa si distrugge, c’è una sola risorsa che può resistere: è l’amore, la sicurezza, la fedeltà e la sincerità di chi vive nella tua casa, tra pareti dipinte di sole nonostante la pioggia e i caldi abbracci fraterni fatti di splendidi sorrisi, pronto a consolarti e a salvarti nei giorni senza fine, e a lasciarti quando invece sai che devi, sapendo che non esiste distanza che possa dividere, tempo che possa dimenticare chi è l’anima gemella del tuo cuore, e altri volti che possano sostituire lo sguardo vero di chi ti sa amare solo in un modo: completamente e per sempre.

Ci sono amori che finiscono, altri che rinascono, momenti di abbandono e altri di ritrovo, tutto ti passa accanto, tutto vive intorno, ma la famiglia è dentro, non devi vederla per sapere che c’è, essa è a prescindere da tutto la tua impronta.

Sei nel mondo ciò che essa ti dà e puoi cercare in qualsiasi cosa la tua evoluzione, ma tutto ciò che diventerai dipenderà solo da ciò che prendi dalla tua famiglia e ciò che ti mancherà è tutto ciò che da essa non avrai ricevuto.

Ecco la famiglia è la vita, è tuo padre, tua madre, tua sorella e tuo fratello; nella tua casa, come nella Chiesa, come nel tuo paese, siamo tutti fratelli e figli di un qualcosa di grande, a partire da qualcosa di piccolo.

Fondiamo le nostre anime attraverso l’unione delle nostre famiglie con altre, non ci sono altri posti migliori di quelli dove abitano le famiglie, perché «lì c’è verità, lì c’è dolcezza, lì c’è sensibilità, lì c’è ancora amore».  Parole utilizzate dalla poetessa Alda Merini a proposito della semplicità e in essa  è strettamente correlata la definizione della famiglia che, attraverso la sua naturale unione, rende ancora possibile il sogno dell’amore… quello vero.

Maria Esposito


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