“Projet192”, un book fotografico digitale per ricordare le vittime dell’attentato terroristico di Madrid del 10 marzo 2004

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Con questo nuovo appuntamento provo ad affrontare un argomento un tantino diverso, smettendo di vedere la fotografia come mera esecuzione o gesto tecnico e andando oltre l’aspetto strettamente iconografico. Punto di partenza è un progetto nato da un’idea del fotografo napoletano, che ora vive a Parigi, Ciro Prota, il cui obiettivo è rendere omaggio alle vittime dell’attentato terroristico di Madrid del 10 marzo 2004. Così in “Projet192” vengono coinvolti 192 fotografi, sparsi per l’Italia e per il mondo, messi in rete attraverso il web e ad ognuno di loro viene assegnata una vittima. Ogni fotografo ha poi restituito un unico scatto tenendo conto di tre semplici regole: riportare il nome della vittima, foto in bianco e nero, introdurre elementi che richiamassero una stazione ferroviaria, per il resto libera interpretazione ed espressione.

Tra i 192 artisti scelti c’è il fotografo eclanese e mio amico Federico Iadarola ed è grazie a lui che ho potuto respirare l’aria di questo progetto senza però farne parte. Insieme abbiamo pensato, parlato, provato, siamo usciti per sopralluoghi, lui qualche notte non c’ha dormito, perché, per quanto possa sembrare semplice, l’esercizio più difficile era realizzare una foto che non fosse celebrativa di chi la realizzava, ma che rispettasse ed onorasse una persona strappata alla vita dalla barbarie umana. Alla fine Federico è riuscito a trovare la sua foto, che insieme alle altre191, è diventata un book digitale che gira in rete da qualche mese e che sta avendo anche un bel successo.

Lo scorso 11 marzo, in occasione dei dieci anni dalla strage, i 192 hanno abbandonato la rete e si sono ritrovati a Roma, alle 15 flashmob a piazza Navona. È stata davvero una bella esperienza, oltre all’entusiasmo, agli abbracci, al fare nuove conoscenze, in quei 5 minuti che sono stato steso a terra ho sentito il calore della fotografia che mi copriva il petto, ho sentito la sua forza, ho avuto la prova che una foto è molto di più che un semplice click.

Tutto questo per dirvi che la fotografia va ben oltre obiettivi, sensori, fogli stampati e tecnicismi vari; la fotografia non ha barriere e confini, abbatte le diversità di lingue, colori e religioni; la fotografia muove gli uomini perché ne smuove gli animi. Eravamo lì, dal sud, nord, centro, Francia, Spagna, Portogallo e chissà quanti atri paesi. In quelle ore che siamo stati insieme era una babele di lingue, venivano reclutati passanti perché non c’erano abbastanza colli per appendere le foto (dato il respiro internazionale del progetto era immaginabile che non tutti potessero partecipare), poi tutti in silenzio a ricordare le 192 anime vittime della stupidità, eravamo lì, noi e le foto, perché non si dimenticasse. Sì la fotografia è memoria, è un punto fermo contro l’oblio e la dimenticanza, ha una valenza politica e sociale, la fotografia ha cambiato e può cambiare la storia.

Chiudo così ricordando a tutti, fotografi e non, la straordinaria magia che si attiva ogni volta che si fa partire quel dannato otturatore, siate coscienti.

Per chi voglia sfogliare il libro può trovarlo a questo link (c’è pure la foto di Federico, ma non vi dico la pagina perché spero lo sfogliate tutto):

Pc:http://www.projet192.org/album/M11/index.html
Mobile: http://www.projet192.org/album/M11/mobile/index.html

Per chi voglia poi saperne di più sul progetto e seguirne le attività può visitare il sito: http://www.projet192.org/

“Non si chiede mai a un pittore quali pennelli usa o a uno scrittore che macchina per scrivere usa […]. Quel che conta è l’idea non la macchina fotografica”.   (Man Ray)

Annibale Sepe

Foto di Federico Iadarola


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