“Aria di primavera”

Immagine Allergia

Soffrire di allergia significa non soltanto ansimare e starnutire per un paio di settimane durante la stagione dei pollini, ma avere una qualità di vita spesso gravemente compromessa soprattutto per quel che concerne l’aspetto sociale, la carriera e le prestazioni scolastiche. Si tratta, infatti, della più comune malattia immunitaria, caratterizzata da una reazione infiammatoria verso agenti innocui presenti nell’ambiente esterno che vengono riconosciuti come pericolosi dal nostro organismo. Si va dai componenti dell’aria inspirata (pollini, muffe, polveri dell’ambiente domestico o lavorativo) ai componenti del cibo, dei farmaci o del veleno di insetti pungitori.

Nonostante l’importanza assunta dalle allergie respiratorie ed il loro enorme impatto economico-sociale, queste malattie non godono dello stesso livello di attenzione riservato al cancro ed alle patologie del sistema cardiovascolare, infatti vengono spesso ignorate dalla società nel suo complesso nonostante rappresentino uno dei disturbi più diffusi a livello globale. I dati raccolti dalla Federazione Europea delle Associazioni di Pazienti affetti da Allergie e Malattie Respiratorie (EFA) indicano che circa il 30% della popolazione europea soffre di allergie respiratorie e studi recenti indicano che circa il 10% – 20% degli adolescenti di età compresa tra i 13 e 14 anni soffre di gravi riniti allergiche. In Italia si stimano circa 15 milioni di persone affette (oltre il 25% della popolazione), ponendo le patologie allergiche sul terzo gradino del podio come causa di malattia cronica: è stato stimato che nel caso il trend continuasse nel 2020 il 50% dei bambini sarebbe affetto da rinite allergica.

Nell’insorgenza di queste malattie sono implicati fattori ereditari e ambientali: figli e fratelli di persone allergiche hanno maggiore probabilità di svilupparle nel corso della vita; l’inquinamento atmosferico esercita un ruolo rilevante sul decorso della malattia tanto che la rinite allergica risulta essere più frequente tra coloro che vivono in città, rispetto a chi vive in campagna. Altro elemento rilevante, nell’aumento della prevalenza nei bambini, sembra essere anche il declino delle infezioni batteriche, il miglioramento delle condizioni igieniche, l’aumentato utilizzo di antibiotici ed il conseguente orientamento del sistema immunitario verso una risposta di tipo allergico.

Nei mesi primaverili le malattie allergiche respiratorie subiscono un incremento per il ruolo rivestito dai pollini nello scatenare tali affezioni. In Italia gli allergeni pollinici principali appartengono alla famiglia delle graminacee, betulacee, oleacee, composite e urticacee (parietaria) mentre la pollinazione, invece, dipende dalla specie pollinica, dalla regione e dalle condizioni climatiche. Esistono a tal proposito dei “calendari pollinici” che hanno lo scopo di fare informazione circa le concentrazioni polliniche nei diversi mesi dell’anno.  E’ importante sottolineare che tuttavia non tutti sono a conoscenza dell’esistenza di un vaccino per l’allergia, ovvero di un’immunoterapia specifica che è da considerarsi come l’unico trattamento capace di agire sulle cause e non solo sui sintomi dell’allergia stessa. Ad oggi tale vaccino è stato ampiamente utilizzato per trattare le allergie da pollini, polvere di casa, peli di animali e muffe in grado di causare asma, raffreddore e congiuntivite allergica.  In genere gli effetti benefici del trattamento durano per almeno 6 anni dalla sospensione della  terapia ma, purtroppo, tale vaccino non può essere somministrato a tutti in quanto è assolutamente controindicato in caso di malattie immunologiche gravi, malattie epatiche croniche, tumori, situazioni psicologiche e sociali nelle quali non è possibile un appropriato monitoraggio, asma non controllabile ed in gravidanza (ad eccezione di donne già in fase di mantenimento ed in assenza di reazioni allergiche gravi alla somministrazione). In merito all’età minima in cui iniziare la vaccinazione per l’allergia non esiste al momento una definizione univoca da parte della comunica scientifica anche se la maggior parte degli studi ha preso in considerazione bambini al di sopra dei 4-5 anni d’età. E’ altresì doveroso aggiungere però che, anche con la somministrazione del vaccino, i sintomi dell’allergia non scompariranno in maniera rapida, di solito migliorano durante il primo anno di terapia mentre entro il terzo anno la maggior parte delle persone risulterà desensibilizzata agli allergeni contenuti nelle iniezioni e non soffrirà più di reazioni allergiche significative a quelle sostanze. Per molti è possibile che dopo alcuni anni di terapia non si verificheranno problemi anche quando l’immunoterapia verrà interrotta, per altri, invece, è necessario proseguire con una fase di mantenimento per tenere i sintomi sotto controllo.

Nel caso fossimo in presenza di una sintomatologia che possa far sospettare un’allergia respiratoria la prima cosa da fare è sicuramente rivolgersi al proprio medico curante e/o allo specialista allergologo per la corretta diagnosi e l’identificazione dell’allergene (o degli allergeni) per cui si è sensibilizzati, in modo da stabilire un corretto programma preventivo-terapeutico da mettere in atto prima dell’inizio della stagione pollinica. A scopo preventivo possono essere anche consigliati, qualora fosse possibile, brevi soggiorni in clima marino durante il periodo della pollinazione, considerando che nelle zone di mare la concentrazione atmosferica dei pollini è relativamente bassa. Inoltre le persone con diagnosi di pollinosi dovrebbero osservare sempre specifiche precauzioni generali come:

  1. consultare settimanalmente i calendari pollinici per conoscere il periodo di fioritura delle piante responsabili delle manifestazioni allergiche
  2.  durante i periodi di pollinazione evitare: 
  • le uscite nelle ore di maggiore concentrazione pollinica, preferendo le uscite in prima mattina o tarda serata
  • le gite in campagna, soprattutto se è presente vento e, in special modo, non passeggiare nei prati dove sia stato fatto di recente il taglio dell’erba
  • i viaggi in macchina o in treno con i finestrini aperti. Se si viaggia in macchina, usare preferibilmente un impianto di aria condizionata, munito di filtri di aerazione anti-polline
  • le attività all’aperto nelle ore centrali della giornata, soprattutto nelle giornate soleggiate e ventose

  3.    fare attenzione agli eventi temporaleschi

  4.    in casa tenere chiuse le finestre durante le ore centrali della giornata.

L’allergia è una malattia che andrebbe monitorata anche quando è sotto controllo e l’educazione delle persone affette sugli stili di vita più appropriati da adottare, nonché l’utilizzo di dispositivi specifici da utilizzare, dovrebbe essere parte integrante della strategia di gestione.

“La mia vita è tutta rosa e fiori ma io sono allergico”  (Matteo Molinari) 

      Lino Moscato


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