Coda di Lupo: Omaggio a Fabrizio De Andrè. «Retrocedere avanzando» sulle ali della musica.

codadilupo

Di meteore e fenomeni soggetti all’evaporazione ne è pieno l’universo musicale.

Il canzoniere “illuminato” di un fabbricante di coscienza, come Fabrizio De André, ci permette di ereditare, attraverso la musica, grandi passioni ideali, lasciando intatta nel tempo, un’eco di spregiudicata interiorità che segna profondamente il varco di intere generazioni.

Alla luce di un’esperienza umana e artistica, del tutto straordinaria, la sua intera opera è considerata un manifesto attivo, che esalta, con intense sfumature idiomatiche e melodiche, le varie forme di libertà che animano l’uomo. Ed è proprio l’impronta lasciata da questa testimonianza di sonorità poetica, che nel 2006 fa nascere un’associazione di idee e convivenze strumentali dotate di grande espressività. E’ la cover band Coda di Lupo, che incarna tale filiazione ed inaugura a seguito dell’unione di alcuni musicisti irpini, provenienti da varie estrazioni e con diverse personalità musicali (blues, jazz, classica) il viaggio senza sosta “in direzione ostinata e contraria” attraverso il mondo dell’artista genovese.

Coda di Lupo, oltre ad essere pseudonimo di rilievo dello stesso cantautore, diventa simbolo della terra d’irpinia. Esso è il carattere nominale, rosso su nero, che mette le radici all’identità del gruppo.

Stimato ed ufficialmente riconosciuto dalla “FondazioneDeAndré” l’organico si arricchisce nel tempo di otto elementi:

Luigi Pagliuso (voce), Tonino Verde (chitarre,cori), Ciriaco Basso (chitarra,armonica,cori), Antonio Padula (batteria), Emiliano Guarino (piano e fisarmonica), Aldo Memoli (basso,contrabbasso e cori) e Mariacarmela Li Pizzi (violino).

La tavolozza strumentale si afferma presto nelle vetrine degli eventi musicali che conquistano il pubblico da nord a sud, proponendo, l’eccezionale repertorio di tutta la produzione firmata da De André, dagli inizi degli anni 70, con “La Buona Novella”, agli storici arrangiamenti del concerto con la PFM(live riproposto integralmente), agli esiti de “L’indiano”, che scavalca il decennio fino all’ultimo De Andrè: una scoperta delle sonorità mediterranee rese note dalla collaborazione fra Gaber e Pagani, per poi arrivare alle “Nuvole” e “Anime Salve”.

Le tappe che intercorrono tra un concerto e l’altro li vedono protagonisti di esperienze musicali le cui emozioni vengono vissute a pieno ritmo: La Spezia- pro alluvionati Borghetto di Vara, Chiuduno (BG) – La poesia di De André, Como – Teatro Don Guanella, Università di Salerno, Fisciano – Il testamento di De Andrè tra musica e poesia.

Una collezione di standing ovations e tantissimi altri appuntamenti, ad ampio raggio, in ambito provinciale e regionale, come la Notte Colorata di Grottaminarda – apertura concerto E. Finardi e la Fiera Enologica di Taurasi.

Il remake acustico di brani live arrangiati in un mix di stili (blues, reggae, folk) che stimolano l’ascolto, pur restando fedele ai paradigmi sonori di quello originale, evidenzia la peculiarità degli strumenti e il talentuoso profilo dei singoli elementi .

Un fronte esteso  la cui passione è finalizzata “Non al denaro, non all’amore, né al cielo” ma al nobile intento di divulgare a gran voce un’essenza musicale unica senza barriere, con un entusiasmo che si rinnova anche quest’anno nel Tour 2014, con alcune date che partono da locali di spicco della Campania, tra i quali il Tex Saloon Club di Cava de Tirreni (Sa), per approdare ad una serie di concerti estivi  in Basilicata, Calabria ed Emilia Romagna.

Quello dei Coda dei Lupo è un “ retrocedere avanzando” sulle ali della musica, tra un progetto e l’altro, la band lavora ininterrottamente alla messa in opera di due album completi: La Buona Novella e il  Tour completo con la PFM. Questo e tanto altro si riflette in una pagina facebook costantemente aggiornata. Essa si apre quotidianamente a consensi e visualizzazioni con una formula chiave che incornicia la loro esperienza musicale: “La musica è vita, la vita è musica”. Obiettivo comune: far arrivare a tutti lo spirito e la grandezza di una delle pagine della canzone italiana definita di “nicchia”. “Eppure un sorriso io l’ho regalato e ancora ritorna in ogni sua estate”. Ma anche ai giovanissimi, a coloro che non hanno avuto modo di accostarsi ad un genere carico di eredità concettuale, i Coda di Lupo si rivolgono così: ”F. De André ha cantato la guerra, l’amicizia, la diffidenza, l’ipocrisia e la pigrizia che culla i pensieri, la verità che li confonde. Ha esaltato l’amore nella sua forma più alta, ossia la pietà, la libertà e la tenacia delle idee. Non si esagera dicendo che egli è il più grande tra i  cantautori italiani ed europei del 900. La bellezza e la profondità delle sue composizioni stupiranno e incanteranno generazioni e generazioni. Il suo è un testamento musicale al quale non si può restare indifferenti!”.

Il tributo che la cover band fa di questo risonante messaggio è il modo più intimo per toccare le corde di un uomo come pochi che ha cantato “il riscatto contro le leggi del branco e l’arroganza del potere”. Le sue ballate cupe si affollano di anime perse, emarginati e derelitti di ogni angolo del mondo”.

Beh! Cos’altro aggiungere! Lascio volentieri la parola alla vostra musica! Tutta la mia stima è rivolta a voi, ragazzi, al vostro prezioso e autentico lavoro, che restituisce ossigeno e spessore al  panorama contemporaneo dell’arte musicale.

                                                                                                                                             Anna Esposito

 

 


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