“PATTO PER MIRABELLA” Candidato a Sindaco Francescantonio Capone

foto capone

Il professore Francescantonio Capone, attuale Assessore comunale, non nasconde la volontà di continuare sulla strada dell’Amministrazione uscente, guidata(da 10 anni) dall’ingegnere Vincenzo Sirignano. Di nuovo in campo, quindi, in questa tornata elettorale, capeggiando la lista civica “Patto per Mirabella”.

Quali sono, secondo lei, in questo momento, le reali necessità della Comunità di Mirabella Eclano?

«Per quanto riguarda i problemi della nostra Comunità, va precisato che essi non riguardano la singola specificità di Mirabella, è l’intera nazione a soffrire. Tuttavia ritengo particolarmente urgente la difficoltà dei giovani a trovare lavoro. Il dibattito sul mondo del lavoro è molto ampio, la nostra Provincia ha subìto molti tracolli, su tutti la chiusura dello stabilimento Irisbus, poi quella dei Tribunali e degli Ospedali. E’ compito delle Amministrazioni collegarsi con le realtà locali per impegnarsi a trovare il lavoro, io penso di conoscere a fondo la realtà di Mirabella Eclano, forse un poco in più di qualche altro: bisogna intervenire sull’assistenza agli anziani, sulle numerose famiglie abbandonate…se si gira nelle campagne si trovano situazioni disagiate. Bisogna riscoprire il tema della solidarietà e dell’assistenza. Ma se dovessimo mettere a fuoco queste problematiche, è chiaro che non tutto può essere risolto dall’Amministrazione comunale: chi guiderà questo paese deve avere la forza di creare una rete di collegamenti, una rete tra Comuni. Anche se noi abbiamo la rappresentanza di guidare l’Unione dei Comuni della Valle del Calore, però dobbiamo portare avanti una guida cosiddetta “paritaria”, dobbiamo fare un fronte comune».

In questo senso qualcuno parlava di ricongiungere quello che è il centro alla frazione Passo Eclano, che si sta sviluppando oltremodo…lei cosa ne pensa?

«Non è così…è un’idea totalmente sbagliata. Lei ha ragione, la vera battaglia è proprio sul piano urbanistico. Nel 1989 abbiamo disegnato un paese che si è sviluppato in maniera caotica uguale a prima, oggi il P.U.C., ovvero l’ex Piano Regolatore Generale deve essere fatto con la compartecipazione di tutti, la gente ci deve aiutare, Mirabella non può solo delegare, l’Amministrazione comunale non può vivere da sola. Come diceva lei bisogna riaggregare il territorio e questo non può venire da Passo Eclano. Noi abbiamo avviato il piano urbanistico, ma adesso lo abbiamo stoppato in vicinanza delle elezioni. Ad ogni modo noi vogliamo discuterne con la cittadinanza attiva per rispettare tutte le specificità delle frazioni».

A questo proposito, può illustrarci i punti cardine del vostro programma?

«Sicuramente proseguire e portare a compimento un vecchio progetto, quello di “area vasta”. Questo concetto non parte da ora, già nel 2004 fu lanciato il patto delle quattro Valli, ma non riuscimmo a realizzarlo. I problemi sono molto più vasti di un singolo territorio».

Dunque, la sua volontà è quella di proseguire sulla strada politico-amministrativa e programmatica dell’uscente Amministrazione comunale?

«Sì certo. Ci sono 14 milioni e mezzo stanziati per delle opere già in cantiere: il Parco Fluviale del Calore e il risanamento del costone in frana alle Fontanelle. Non sono solo opere per risanare, sono opere che porteranno lavoro sul nostro territorio».

Però le critiche maggiori mosse alle vostra Amministrazione riguardano il fatto che i lavori sono spesso affidati a ditte provenienti dal napoletano…

«Questo è un falso! Ad esempio della ristrutturazione a Palazzo di Città se ne stanno occupando ditte di Mirabella Eclano. Le gare sono pubbliche e sono regolarmente bandite.

Comunque, tornando alla domanda precedente, in un’Amministrazione comunale la continuità è un fatto imprescindibile… nel 1981 noi riconoscemmo quasi un miliardo e mezzo di debiti, questa volta noi abbiamo risanato i conti, non c’è ditta che avanzi soldi».

Dunque Lei non crede che si possa immaginare un cambiamento? E cosa dice allora della scissione dell’ormai avversario Antonio Sirignano?

«Il Consigliere comunale Antonio Sirignano ha lavorato con me, lui dice che io sono stato il suo “maestro”. E il cambiamento che intende fare oggi, considerato che è stato per dieci anni Consigliere comunale ed ha ricoperto anche il ruolo di anche Assessore comunale, perché non lo ha fatto cinque anni fa? Intanto, noi abbiamo inserito sei donne nella lista, mentre della “vecchia guardia”  ne sono rimasti solo tre ma di lunga esperienza. Mi piace rispondere così: Noi siamo la continuità, l’esperienza, l’impegno; noi rappresentiamo una continuità che è garanzia, con gente seria che conosce la politica; noi frequentiamo la Regione, noi vantiamo numerosissimi finanziamenti.  Ma noi siamo anche innovazione, fatta di gente che ha alle spalle capacità professionali e imprenditoriali. I giovani devono prima farsi le ossa, solo poi possono proporsi a dirigere. Se si vola troppo in alto si fa la fine di Icaro… ci si scioglie le ali di cera e si sbatte precipitosamente a terra».

A questo proposito…con quali criteri avete scelto i vostri candidati?

«Secondo due criteri: unità del gruppo e continuità amministrativa, tutte le decisioni sono avvenute a piena maggioranza. Alcuni si sono proposti a guidare il gruppo e quindi sono venute fuori due o tre proposte sottoposte al sindaco Vincenzo Sirignano. Il candidato ideale a Sindaco avrebbe dovuto avere: capacità amministrativa e consenso. Il compito è stato assunto dal Sindaco che, con l’occasione di un convegno, ha cominciato a raccogliere gli umori dell’elettorato e successivamente è giunto alla conclusione che fossi io il candidato da portare avanti. Questa scelta era stata condivisa inizialmente anche dagli altri cosiddetti “papabili”, tra cui Antonio Sirignano. Poi la stessa sera quest’ultimo, come mi è stato riferito, ha accettato la mia candidatura con la riserva della sua di candidatura.

La stessa cosa vale per il dottore Pasquale Gargano che nelle riunioni di gruppo, ha sempre sostenuto di non volersi candidare, ma poi ha proposto una unione UDC – FI e un gruppo dell’opposizione, escludendo me e gli Assessori comunali Giancarlo Ruggiero e Goffredo Petruolo da quella lista. Noi non abbiamo mai voluto l’esclusione di nessuno e questa è stata un’amara sorpresa per tutti. Per quanto riguarda poi, la scelta dei candidati della lista, abbiamo concorso tutti alla selezione: abbiamo voluto persone di notevole spessore umano e professionalità. Io mi sono reso addirittura disponibile a sottopormi alle primarie, dato che mi sento forte del consenso altissimo che riscuoto…ero e sono tuttora sicuro che avrei potuto sbaragliare tutti».

Per concludere, lei cosa si augura per questo Paese?

«Prima di tutto mi verrebbe da chiedere al mirabellano tipo, quello perennemente ipercritico: “Ma tu cosa fai per rendere migliore il tuo paese?”. Quello che mi auguro, invece, è una minore pigrizia generale e di non dover più assistere alle barbarie di alcuni cittadini che gettano i rifiuti nei valloni, con dei costi di bonifica esorbitanti per le casse comunali. Mi auguro una cittadinanza responsabile e soprattutto attiva: solo questo può rendere un’Amministrazione comunale efficiente, che sa rispondere alle esigenze del cittadino. Io stesso, se verrò eletto, seduto ci starò poco quanto niente».

Antonella Tauro

Fabiola Genua

lista patto per mirabella


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