Sistema Irpinia per la cultura contemporanea: intervista a Désirée Risolo

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In merito al progetto Sistema Irpinia per la cultura contemporanea intervistiamo lo storico dell’arte Désirée Risolo che,  da due anni insieme ad un gruppo di colleghi del settore storico-artistico, antropologico e paesaggistico, è socio fondatore dell’Associazione “locus iste”, e ricopre al suo interno il ruolo di responsabile delle pubbliche relazioni.

 Nell’ambito associativo svolge un lavoro di ricerca per itinerari volti alla promozione del patrimonio storico-artistico partenopeo e non. La valorizzazione dei siti e manufatti avviene per mezzo dello storytelling, la tecnica narrativa che ha con sè la grande potenzialità dell’emozione. Si cerca in pratica di recuperare la memoria storica dei luoghi attraverso le voci dei personaggi che li hanno vissuti. La narrazione del patrimonio permette, infatti, al pubblico di fare un viaggio immaginario, intenso, insomma un’esperienza scevra dal dato puramente nozionistico.

In che misura lei ha preso e prenderà parte agli eventi del palinsesto del progetto “Sistema Irpinia per la cultura contemporanea”?

«C’è innanzitutto da chiarire che gli eventi del progetto Sistema irpinia per la cultura contemporanea, curato da Maria Savarese, investono in questa fase tre comuni irpini, Mirabella Eclano, Rotondi, Manocalzati. Personalmente rientro tra i selezionati a prendere parte al Workshop diretto da Andres Neumann, esperto di fama mondiale in tema di politiche culturali e del territorio. Come storico dell’arte e operatore culturale sono coinvolta direttamente nel lavoro di ricognizione del patrimonio dei beni culturali materiali e immateriali del territorio irpino. Accompagno, quindi, con gli altri colleghi del progetto, il Maestro in un momento di riflessione e confronto partecipativo, che si concluderà a fine maggio con l’elaborazione da parte di N. del documento conclusivo “Progetto per una cultura contemporanea in Irpinia. Per quanto riguarda, invece, gli altri eventi artistici dislocati sul territorio hanno un valore più spettacolarizzante e sono ancora una volta per noi “platea” oggetto di studio per una azione futura di valorizzazione turistico-culturale. Via varco a Rotondi, per esempio, si conferma eccellenza culturale per la presenza su un territorio di un solo chilometro di ben 4 artisti di fama internazionale. (Perino e Vele, Umberto Manzo, Eugenio Giliberti, i fratelli Perone; la mostra “Cosa succede a Rotondi” è prevista dal 24 maggio al primo giugno). Venerdì due maggio saremo invece presenti a Manocalzati per le prove generali dello spettacolo “Occhi gettati” diretto dal regista teatrale Francesco Saponaro. Ancora una volta la mia partecipazione e quella dei miei colleghi va letta come ulteriore riflessione su di un evento che vede coinvolto il Castello di Manocalzati in un processo di valorizzazione turistico-culturale in maniera integrata».

Andres Neumann ha parlato di un necessario cambio di mentalità e del fatto che i giovani, oggi, rivestono un ruolo di fondamentale importanza nel costruire un’immagine forte e maggiormente attrattiva dell’Irpinia… lei cosa ne pensa a riguardo? E’ d’accordo con il produttore sudamericano?

«Il necessario cambio di mentalità indicato dal Maestro Neumann richiede risposte particolarmente meditate. Mi limito ad indicare che il lavoro di Neumann va secondo me, letto in primis, nell’ottica di fondare in Irpinia un sistema culturale che abbia un respiro internazionale e sia scevro di autoreferenzialità. Vuol dire individuare un metodo capace di strappare il territorio irpino dalla realtà convenzionale in cui è chiuso e di aprirlo ad un dialogo con l’esterno per rendere accessibile in modo contemporaneo e condivisibile le ricchezze del territorio. Su questo non posso non essere d’accordo. Non solo i giovani però, ma tutti gli addetti ai lavori dovrebbero impegnarsi in tal senso, mirando ad individuare linee guida che permettano un concreto progetto di valorizzazione del territorio, dove il ruolo dell’emozione sarà primario. Sarà necessario preparare il pubblico e vendere un’esperienza emozionale, ed in questo si è necessario cambiare metodologia ed affidarsi anche ad “occhi esterni”».

Saprebbe dirmi quali saranno, dunque, le iniziative che si intendono realizzare, in concreto a Mirabella, per rendere più consapevoli i cittadini del nostro patrimonio?

«L’iniziativa principe è già iniziata e il mio riferimento va proprio all’intero progetto Sistema Irpinia per la cultura contemporanea, un progetto promosso e lanciato proprio dal comune di Mirabella Eclano con il supporto della Regione Campania. La sensibilità del Sindaco Vincenzo Sirignano di portare nella nostra comunità eclanese un workshop dall’alta valenza culturale, altro non è che un primo importantissimo saggio di cultura che deve spingere i cittadini alla presa di coscienza della propria comunità verso una prospettiva culturale innovativa. Mirabella Eclano, inoltre, il 31 maggio sarà sede del convegno di chiusura del workshop guidato da Neumann, convegno aperto al pubblico. Il mio augurio è che a questa fase iniziale di apertura ad un nuovo modo di fare cultura possa seguire una sostenibilità nel tempo per un investimento a lunga scadenza».

A questo proposito, posso chiederle cosa ne pensa del fatto che i tre workshop siano aperti ad un pubblico ristretto e non a tutta la cittadinanza?

«Ritengo che l’apertura dl workshop ad un pubblico ristretto sia una condizione obbligata. Il ruolo,infatti, affidato ai partecipanti è quello di accompagnare attraverso le competenze del settore di appartenenza il lavoro di Neumann. A riguardo ritengo che siano necessarie delle conoscenze di base e specificità maturate sul campo, attraverso il lavoro o il proprio percorso di studi. Credo, quindi, spetti a noi “platea”, il ruolo di veicolare e divulgare in un futuro prossimo quanto maturato durante il workshop irpino. La trasversalità delle diverse competenze dovrà poi convogliare verso un’unica direzione, nella consapevolezza di creare un sistema di rete capace di incidere sul turismo culturale del territorio irpino. Si cercherà, in pratica, di fare da ponte tra locale e globale, di creare una piattaforma formativa ritmica capace di interfacciarsi con tutte le comunità del territorio irpino».

Massimo Lo Pilato


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