CROWDSOURCING è un nuovo modello di business

Rubrica Crowdsourcing

Il Crowdsourcing, termine che letteralmente significa “procurarsi dalla folla”, può essere definito come un nuovo modello di business che vede da una parte un progetto creativo, dall’altra una folla di persone in tutto il mondo in grado di realizzarlo e al centro una piattaforma web che mette in relazione committenti (aziende) e fornitori (creativi talentuosi).

Modello di cui si è iniziato a parlare in Italia nel 2010 ed è innanzitutto, un modello di organizzazione del lavoro e rappresenta, quindi, un’alternativa alla realizzazione interna di un progetto o all’affidamento ad un consulente esterno; definibile quindi come una gara in cui migliaia di persone possono concorrere, alla fine della quale verrà scelto il progetto migliore.

Una piattaforma dove convergono talenti con competenze specifiche che vengono messi in contatto con imprese grandi e piccole per realizzare progetti e guadagnare da questo servizio. Ad esempio l’azienda di beni di largo consumo che vuole ideare una nuova campagna pubblicitaria; la pizzeria che desidera cambiare il logo; il brand di moda che deve creare una nuova collezione, etc…

I primi settori che hanno iniziato ad utilizzare questo nuovo modello di business in Italia sono stati: grafica, web design, video e pubblicità. Alcuni esempi in tal senso sono:

‘Starbytes’ (www.starbytes.it), per chi vuole realizzare un nuovo logo, una pagina web, una nuova grafica pubblica.. Viene lanciata una ‘gara’ e la comunità manda le sue proposte, tra le quali l’azienda sceglierà il vincitore. I vantaggi sono per tutti: per il cliente che può visionare molteplici progetti e spende meno rispetto all’ipotesi in cui si avvalesse di un’agenzia o di un libero professionista; i creativi, se vincono guadagnano, ma hanno comunque la possibilità di farsi notare; la piattaforma percepisce una percentuale trattenuta sul budget versato dall’azienda per il creativo.

‘Maison Academia’ (www.maisonacademia.com), brand di abbigliamento lanciato da due giovani napoletani, recluta stilisti di tutto il mondo per creare le collezioni. Ogni sei mesi lanciano una gara tematica in cui chiedono agli stilisti di disegnare abiti, dando loro indicazioni in base ai trend di mercato rilevati anche da sfilate e seminari.

Gli stilisti caricano i loro bozzetti sulla piattaforma, possono anche dialogare con esperti di moda che danno loro consigli per trasformare i bozzetti in abiti vendibili, e i disegni che superano questa fase sono votati dalla community e da una giuria; i vincitori saranno prodotti e messi in vendita sul sito.

‘Desall’ (http://desall.com), si occupa delle diverse fasi del processo creativo, dalla ricerca di nuove idee, allo sviluppo dei prodotti, alla scelta di un nome, fino allo studio del packaging. Per realizzare i prodotti si avvalgono della collaborazione di ‘Fondo Plastico’, un network di imprese artigianali italiane eccellenti.

Chiunque può mandare le proprie idee, ma solo uno sarà il vincitore e incasserà il premio che può consistere anche in royalty sulle vendite dei prodotti. Alla piattaforma viene data una cifra fissa.

‘Formabilio’ (www.formabilio.com), un’azienda di arredamento che opera tramite una piattaforma di ‘design partecipato’ con l’obiettivo di costruire un catalogo di mobili di qualità medio-alta e con anima green, realizzati in Italia e ad un prezzo che, grazie al web, è più basso di quello dei negozi.

Per chi sente di essere attirato da questo nuovo modello di business e vuole impegnarsi partendo da zero, è importante verificare l’esistenza di una domanda e di un’offerta, cioè che ci siano aziende che richiedano determinati servizi e comunità di professionisti che possano offrirli. Inoltre il progetto deve poter funzionare a livello internazionale.

Per la piattaforma ci si può rivolgere a numerosi siti di programmatori on line ed utilizzare piattaforme che offrano l’opportunità di testare l’efficacia senza spendere troppo.

Attualmente si ritiene che i settori sui quali puntare siano i video, editoria (es. le traduzioni), microtasking [in cui un utente assegna piccoli task (incarichi) ad una community]. Od anche vi è la Comunità degli architetti per la ricerca di soluzioni per bisogni architettonici domestici (www.cocontest.com).

Clorinda De Feo

 


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