Maleficent, una strega come tata

Maleficent

Saranno stati pochi i bambini che, guardando La Bella Addormentata nel Bosco, si sono identificati nelle ideologie e nei modi di fare della strega cattiva. Ma la Disney, si sa, cerca di accontentare anche la parte più infima dei propri spettatori.

Così, nell’epoca in cui i cartoni animati ricorrono sempre agli stessi schemi, il maxischermo offre tutto il suo spazio al nemico, alla strega che costringe la Bella Addormentata al sonno profondo. Non pensate, però, ad un film per bambini. Il finale inaspettato e la morale ben congetturata rivelano l’intento di una pellicola universale.

Malefica, questo il nome della strega dall’animo ribelle, è interpretata egregiamente da una Angelina Jolie più bella che mai (occhi verdi, zigomi alti, labbra rosse e carnose). Eppure, a dispetto del nome, Malefica è inizialmente una dolce creatura fatata che vive nella Brughiera, fiabesco regno in aperta ostilitàcon quello umano.

A trasformare Malefica in una perfida strega sarà il tempo e un umano, Stefano, intrufolatosi nel regno. Malefica assapora per la prima volta i sussulti dell’amore, nati da un bacio, che Stefano dice di essere quello del vero amore. Tuttavia, l’amore scompare assieme al ragazzo.

Ora Malefica è una donna cupa e gelida, profondamente ferita da un torto amoroso. Assieme a lei, cambia la Brughiera, non più terra fatata ma bunker spinoso. Come se non bastasse, Stefano torna e le muove un nuovo sgarro, ancora peggiore, che la priva delle amate ali. Lo immaginereste un poliziotto senza divisa o un arciere senza arco? Malefica, senza le sue ali potenti, è una fata a metà.

A questo punto ci si riallaccia alla storia originale, quella che nel 1959 richiese dieci anni di lavoro e un budget di sei milioni di dollari. Parliamo, ovviamente, della nascita della piccola Aurora, figlia del re Stefano (quello del bacio del vero amore).

Durante il battesimo della piccola, Malefica (che, per la cronaca, non era stata invitata) lancia il famoso sortilegio che farà cadere nel sonno eterno Aurora, che si pungerà il dito con il fuso di un arcolaio all’età di sedici anni.

Non basterà bruciare tutti gli arcolai, né proteggere la ragazza. Il sonno, inevitabilmente, arriverà e potrà essere scacciato solo dal bacio del vero amore (intenzionale frecciatina, degna delle migliori fidanzate deluse).

Fino al giorno prestabilito, Aurora vive nel bosco con tre fatine maldestre e inesperte nel crescere una bambina. Quante volte la piccola ha rischiato di cadere in un burrone o scappare dall’occhio poco vigile delle sue tate, eppure ciò non è mai successo. Ad accudire la piccola principessa c’è una forza molto più potente, quella di Malefica, che si rivela madre e carnefice in un tempo solo.

Forse i bambini saranno un po’ confusi e difficilmente i genitori saranno in grado di spiegare. Eppure la situazione è molto facile: Malefica è l’immagine perfetta di ogni donna. E’ debole e forte, è schiaffo e carezza, è malattia e cura, è dolce e amaro, è pietra e culla. Le donne sono un ossimoro che non smette mai di arricchirsi, solo loro concedono il bacio del vero amore.

Irene De Dominicis


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