Photographias fortuna iuvat

Rubrica Fotografia

Dopo aver saltato l’appuntamento di  un mese rieccoci con il classico appuntamento della rubrica di fotografia “ombre di luce”.

In questa occasione voglio affrontare un argomento che mi sta a cuore e del quale mi ritrovo a parlare spesso e volentieri, tanto da ritenerlo meritevole di un piccolo articolo o almeno di una riflessione.

Si sa che nella vita ci vuole fortuna, un po’ come in tutte le cose, ebbene io sostengo che ciò vale anche nella fotografia; sì per una bella e buona foto è necessaria anche una bella botta di “culo”.

Con questo potrei sconvolgere i sostenitori dei tecnicismi, penso che si possano conoscere tutte le tecniche fotografiche di questo mondo, avere la completa conoscenza del mezzo e possedere il più completo corredo fotografico (dalla prima fotocamera digitale fino all’ultimo ritrovato tecnologico), ma un pizzico di fattore “c” è necessario perché la foto da normale si trasformi in unica e colpire l’occhio e l’anima di chi la osserva.

Non basta essere semplicemente al posto giusto, occorre che poi accada qualcosa ed essere lì pronti a catturarla. Come esempio vi parlo della mia foto di copertina, è evidente che mi trovavo in un campo di calcetto, dopo diverse foto cercavo qualcosa di diverso e se possibile entrare nel cuore di un’azione.

Così mi sono seduto tipo indiano nell’angolino del calcio d’angolo con l’intento di fotografare il primo cross da quella bandierina. Così fisso iso, tempi e diaframmi, decido l’inquadratura e al primo corner scatto, ma il risultato non mi piace o non era quello che stavo cercando.

Resto lì a pensare ed aspettare, quando all’improvviso me lo sono visto arrivare contro, una discesa lungo la fascia destra palla al piede, d’istinto porto l’obiettivo all’occhio e me lo vedo entrare in camera. Non mi muovo di un centimetro eppure ne è a meno di 50 da me mentre sta cadendo, scatto. One shot, la palla è finita in rete e io sullo schermino finalmente vedo la foto che stavo cercando.

E così succede un po’ con tutte le mie foto, o almeno sono foto che cerco spesso e credo lo facciano in tanti. Andare alla ricerca di una buona foto, per me è come andare in cerca di un buon colpo di fortuna e se si ha pazienza essa alla fine saprà ben ricompensarci. Prendete per esempio Steve Mccurry, un fotografo che mi piace tantissimo, ma se mai avesse incontrato quella ragazzina afgana dagli occhi unici (la probabilità era tipo quella del superenalotto per farvi capire) non sarebbe certo diventato ciò che è ora.

Volendo dividere uno scatto fotografico in percentuali, alla fortuna assegnerei certo un buon 50% e per il resto ci metto la tecnica e la sensibilità.

Però ora basta così, spero di esser riuscito a spiegare il concetto, certo è che non ci si deve solo affidare alla dea bendata, ma andarle incontro, cercarla e metterla in condizione di aiutarci e poi essere lì pronti a sfruttarla al massimo.

La fortuna aiuta i fotografi e la fotografia, in bocca al lupo!

“Noi fotografi abbiamo sempre a che fare con cose che svaniscono di continuo, e quando sono svanite non c’è espediente che possa farle ritornare. Non possiamo sviluppare e stampare un ricordo”. (Henri Cartier-Bresson)

Annibale Sepe

 

 

 

 

 

 


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