Memorial calcistico 2014: tra gol e giocate, spazio al ricordo di chi non c’è più

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L’undicesima edizione del quadrangolare di calcio “Sirignano – Rocca – D’Avino- Di Pietro – Di Paola”, tenutosi il 12 maggio scorso, ha visto nuovamente vittorioso il Liceo Scientifico e Classico “Aeclanum”.

Per l’occasione, La Fenice on-line ha incontrato Antonio Casparriello, insegnante di scienze motorie e allenatore della squadra vincitrice. Il professore ha raccontato dell’evento e dei suoi ragazzi, che hanno travolto il Liceo “V. Marone” di Avellino, l’Istituto Magistrale “G. Della Valle” di Frigento e il Liceo Musicale di Gesualdo in squadra con l’Istituto Professionale di Mirabella Eclano.

Partiamo dalla tattica. I suoi giocatori hanno conseguito l’ennesima vittoria del torneo: la loro bravura con la palla è frutto di un lavoro di squadra o di potenzialità individuali?

«Ammetto che anche questa volta i livelli tecnici dei ragazzi mi hanno colpito in positivo, nonostante li conoscessi già da molto. Abbiamo avuto poco tempo per prepararci, ho avuto l’occasione di vederli giocare in una sola partita di preparazione e questo poteva significare cali fisici e mancata comprensione in alcuni reparti. Per fortuna tutti i ragazzi giocano a calcio a livello amatoriale, molti anche in categorie importanti. Loro sanno che questo è un gioco, per questo si divertono, provano schemi, cercano giocate individuali. Noi siamo partiti con lo schema 4-4-2 che poi si è rivelato un 4-2-3-1. Questo ci ha favoriti, perché non abbiamo dato punti di riferimento agli avversari e abbiamo colpito con più facilità e cinismo. Il 3-0 firmato Brogna-Sirignano-Pepe e il 6-0 in finale con le reti di Annicchiarico, Del Grosso, Flammia, Verde e la doppietta di Brogna, hanno confermato la nostra bravura».

E’ giusto elogiare i suoi giocatori. Che ne dice di spendere qualche parola per il reparto difensivo, che in queste partite è sembrato inaccessibile?

«Sono d’accordo. Cominciamo dai portieri, Antonio D’Alessio e Domenico Esposito. A loro non do voti, perché sono stati praticamente inoperosi grazie all’impeccabilità di Danilo Flammia e Andrea Memmolo, i difensori centrali. Danilo è un difensore collaudato, ha avuto varie esperienze anche a buoni livelli. Con il suo gol da palla inattiva si è rivelato anche un ottimo goleador. Andrea non ha sbagliato nulla, ha ben tenuto e interpretato il suo ruolo. Non mi sorprende, visto che ha giocato la promozione con la squadra del Fontanarosa. Sulle fasce hanno giocato Giulio Pugliese e Vittorio De Pietro. Giulio è talmente difficile da superare che sembra un muro. Da tre anni contribuisce alle vittorie del nostro Liceo al Memorial. Per Vittorio ho tre aggettivi: serio, ordinato e produttivo».

Per una buona difesa, ci vuole un ottimo centrocampo?

«Ovviamente! Infatti i ragazzi del nostro centrocampo sono dei gioielli. Manuel Pepe è un ragazzo del ’99, fa soltanto il primo anno, eppure ha grandi potenzialità. Non esagero se dico che potrà ambire ad un futuro nel mondo del calcio, dove potrà avere belle soddisfazioni. Vicino a lui gioca Andrea Sirignano, da anni in forza all’Eclanese, nel campionato d’Eccellenza. Di lui si sa già tutto: ha una grande eleganza e un’eccellente visione di gioco. Gli esterni di centrocampo sono Luigi Brogna, autentico match winner, protagonista per gol e per bravura tecnica, e Giampaolo Annicchiarico, in evidenza per rapidità e per le notevoli giocate».

Passiamo all’attacco. Quali sono le sue punte di diamante?

«La prima punta è Nicholas Del Grosso. Grazie alle sue verticalizzazioni è stato in grado di dettare le geometrie della squadra. Pasquale Verde, invece, è una seconda punta che sa muoversi molto bene. Hanno contribuito alla vittoria anche Luciano Flammia e Demetrio Cotugno, subentrati in corsa. Ci tengo a dire che ci sono tanti altri ragazzi che, per un motivo o per un altro, non hanno preso parte alla gara, ma non per questo non hanno dato il loro supporto alla squadra».

Oltre all’aspetto prettamente sportivo ce n’è un altro, più importante, ed è il motivo per cui ogni anno si svolge questo Memorial: il ricordo di ragazzi che non ci sono più. Quanto può essere utile il calcio in queste manifestazioni?

«Per fortuna anche quest’anno non ci sono stati scontri e il campo ha offerto spettacolo, ponendo le basi per una giornata svoltasi in un grande clima di serenità.La finalità dello sport è quella di collaborare per creare un ambiente sano e piacevole, dove ad avere la meglio sia sempre il fair play, la correttezza. Per un ragazzo che vuole fare sport, l’aspetto tecnico, tattico e qualitativo è pane quotidiano, ma va di pari passo con la lealtà che la persona pone sul campo e fuori. Qui la bravura tecnica fa solo da cornice ad una manifestazione in cui l’aspetto principale è il ricordo di ragazzi che oggi potevano essere qui a giocare con noi».

Irene De Dominicis

 

 

 

 


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