Museo d’Arte Sacra: disinformazione e contraddizioni nel progetto “Per crescere insieme”

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“Per crescere insieme”
, è questo il titolo del progetto approvato all’unanimità dalla Giunta comunale (delibera n.116 del 24-09-2014) guidata dal Sindaco Francescantonio Capone, con lo scopo di valorizzare il Museo d’Arte Sacra (MAS) attraverso la ricerca e la produzione di materiale fotografico e promozionale.

Per finanziare il progetto, l’Amministrazione comunale eclanese prevede un investimento di 20.000 euro, le cui coperture – se sarà approvato dalla Regione Campania – saranno assicurate da un finanziamento regionale (euro 12.000) e dalle stesse casse comunali, attraverso un contributo di 8.000 euro.
Abbiamo analizzato il progetto in tutte le sue parti. Il nostro scopo, lo ribadiamo, è quello di informare i cittadini eclanesi circa la locale attività politico-amministrativa. A tal proposito, leggendo il progetto “Per crescere insieme” sono emersi numerosi elementi controversi.
Già dalle prime pagine, che descrivono in modo dettagliato il Museo d’Arte Sacra ed i pregevoli manufatti esposti, si nota come chi ha compilato il progetto risulti essere per niente informato circa l’offerta storico-culturale del Museo D’Arte Sacra.
Infatti, si legge: «Fiore all’occhiello del museo è il quarto ambiente che ospita il Rotolo di Quintodecimo (l’Exultet ndr) (…) e alcune pergamene».
Spiace deludere i lettori e gli Amministratori comunali “ben informati” ribadendo che l’Exultet e le pergamene sono state da tempo rimosse dal Museo in quanto l’ambiente che le custodiva è risultato non idoneo.
Il nostro giornale on-line, e chi scrive, l’aveva già denunciato in un articolo pubblicato nel mese di maggio (link).
Continuando la lettura, poche righe più in basso, si leggono le motivazioni che spingono l’Amministrazione di Mirabella Eclano ad elaborare il progetto: «Ciò che si evidenzia a Rocca (??? ndr) è la mancanza di materiale informativo diremmo DI BASE».
Ebbene sì, nel progetto ufficiale approvato dall’Amministrazione comunale eclanese pare esserci un grossolano ‘qui pro quo’: si confonde il MAS con il museo civico di Rocca San Felice. E’ il caso di dire: “copia copiassa, l’esame non si passa!”, c’è puzza di copia-incolla mal riuscito! Confermate?
Non guasterebbe neppure la celebre massima “errare è umano, perseverare è diabolico!”, visto che, dando uno sguardo ad altri progetti, i copia-incolla sembrerebbero una “routine”.
Strano ma vero! E siamo solo alle premesse del documento che illustra il progetto.
Il resto non sembra da meno!
Quali sarebbero, dunque, gli obiettivi e le finalità del progetto?
Sempre consultando la delibera, apprendiamo che il progetto consta di due fasi.
«Nella prima fase si mira a coinvolgere in maniera fattiva e attiva la popolazione della stessa città di Mirabella. Questi i numeri dei materiali da realizzare:
1. banner pubblicitario in materiale plastico (…) da fissare all’ingresso del museo
2. 3000 copie di depliant turistici da diffondere soprattutto nelle scuole (…)
3. 10.000 esemplari di cartoline raffiguranti oggetti del museo (…)
4. 10.000 esemplari di segnalibro raffiguranti oggetti del museo (…)
5. matite e penne personalizzate (non è specificato numero – ndr)
6. righe e altro materiale di gadgettistica (non sono specificati numeri e fattispecie – ndr)».
Nella seconda fase, invece, il materiale prodotto sarà diffuso presso Enti locali e Parrocchie irpine, ma con quali criteri? Per ora non è dato saperlo!
C’è da chiedersi, dunque, a chi sarà affidata la realizzazione del progetto?
Il testo non è chiarissimo: «grazie alla disponibilità di personale “ben intenzionato”, saranno contattate telefonicamente, le parrocchie delle vicine diocesi, onde promozionale (sic ndr) ulteriormente il museo eclanese» (???).
A parte un italiano che lascia veramente a desiderare, ci sorprende la dicitura “personale ben intenzionato”.
Cosa vorrà mai dire? Volontari a titolo gratuito spontaneamente o SPINTANEAMENTE reclutati all’uopo?
Passando agli obiettivi del progetto, minuziosamente descritti nel documento, vi segnaliamo testualmente alcune parti che noi riteniamo particolarmente interessanti.
Si legge che bisogna «…Ricostruire l’identità storico linguistica, sociale e culturale del nostro territorio senza tralasciare le identità migranti (???)… Disseminare l’esperienza (sic)».
Ebbene sì, stampare depliant, gadget e matite, pare possa ricostruire l’identità storico linguistica locale di una Comunità. Quanto alle “identità migranti”, a noi “profani” risulta difficile cogliere il nesso con il Museo d’Arte Sacra.
Altrettanto curioso è l’intento di “disseminare l’esperienza”. Leggendo il progetto abbiamo imparato che l’esperienza (di che tipo non è dato saperlo) si “dissemina”.
Non ci resta, quindi, che rivolgerci all’Assessore comunale delegato alla Gestione Museale, avv. Raffaella Rita D’Ambrosio, che si è dimostrata più volte disponibile al dialogo ed al confronto, specie con i più giovani.
A lei rivolgiamo qualche domanda, alle quale speriamo di ricevere risposta.
Gentile Assessore D’Ambrosio, ha letto il contenuto del progetto che Lei stessa e la Giunta comunale ha approvato?
Può sembrare un quesito banale, ma considerate le “fesserie” in esso riportate, è legittimo sospettare che le carte non siano state lette prima di essere vagliate.
A fronte di un potenziale cospicuo impegno di risorse pubbliche pari a 20mila euro, questo progetto sarà realmente efficace nel “disseminare l’esperienza” e “l’identità storica linguistica, sociale e culturale” della nostra cittadina?
Segnaliamo, inoltre, ai “bene intenzionati” che nel Museo d’Arte Sacra risulta accantonato una mole notevole di materiale informativo inutilizzato (depliant), contrariamente a quanto scritto nel progetto.

Che senso ha, dunque, stamparne di nuovi?
Un progetto così formulato, quante chances di approvazione potrebbe avere, nel momento in cui sarà sottoposto alla vaglio della Regione Campania, ammettendo un serio iter di valutazione?
Quanto al MAS, dopo ben 5 anni dalla sua inaugurazione (aprile 2009) – lo ribadiamo per l’ennesima volta – risulta ancora sprovvisto di un ambiente a temperatura ed umidità controllata, idoneo a conservare il ciclo millenario dell’Exultet e l’antico materiale pergamenaceo della collegiata di S. Maria Maggiore, rimosso da ben due anni per il rischio concreto di deterioramento a causa dell’umidità estrema degli ambienti.
Non sarebbe forse più utile e funzionale richiedere e quindi investire risorse per il reale completamento del Museo d’Arte sacra?
Facciamo un’ulteriore segnalazione all’Assessore comunale delegato. Qualora, per caso, Ella dovesse farsi un giro nel complesso monumentale di S. Prisco e del SS. Rosario, sede del MAS, noterà in diversi punti lo stato di estremo deterioramento degli intonaci. Invitando La stessa a percorrere con attenzione, qualora non l’avesse già fatto, i percorsi del MAS, noterà la presenza di infiltrazioni d’acqua provenienti probabilmente dal soffitto in vetro in corrispondenza della Torre Civica, attuale sede di esposizione dell’antica campana in bronzo del 1274.
Non è forse il caso di provvedere con un intervento straordinario di manutenzione ed adeguamento, invece di spendere 20.000 euro di fondi pubblici per «gadget, matite e penne personalizzate»?
Con queste domande e sollecitazioni all’Amministrazione comunale eclanese, nella persona dell’Assessore delegato, lasciamo a voi lettori il compito di valutare le reali potenzialità delle politiche di promozione del ricco patrimonio storico-culturale espresse in questo progetto.
Vi segnaliamo, inoltre, il sito web dell’albo pretorio online, dove poter visualizzare la copia originale del progetto e della delibera. (link)
«La democrazia è il potere di un popolo INFORMATO» (Alexis de Tocqueville)

Carmine Bruno


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