Il bambino con il cuore di legno e il suo viaggio fuori dal comune

Foto Rubrica Libri

‘Il bambino con il cuore di legno’ è la storia di Noah Barleywater, un bimbo di otto anni che decide di scappare di casa. La sua è un’avventura molto introspettiva, come suggerisce la trama fantasiosa e ricca di immagini astratte. Noah è stato costretto a diventare grande troppo presto, a causa della malattia che ha colpito sua madre e che minaccia di portarla via per sempre. I suoi genitori sono cambiati: il padre è più distante, la madre sembra circondata da un alone di mistero. Allora Noah va via, scappa. Perché lui è grande, riuscirà a vivere da solo, lontano dagli arcani di quei giorni.
Noah ha solo otto anni, ma ha il coraggio di scappare. E lo fa nel modo migliore, recandosi in un mondo inconsistente e pieno di stranezze, dove incontra un vecchio bassotto e un asino affamato, con i quali intrattiene una strana conversazione. Affronta varie peripezie, fino a quando entra in un negozio di giocattoli, dove tutti gli oggetti (rigorosamente fatti di solo legno) prendono improvvisamente vita propria e dove il tempo e lo spazio non hanno logica. Lì Noah conosce un vecchio, il gestore del negozio, che, abbandonata la sua promettente carriera da corridore (era stato più volte campione del mondo), si era dedicato completamente all’artigianato.
L’anziano signore, in realtà, è il centro motore di tutto il racconto. Lui mette in chiaro le cose, lui amplia il racconto con le sue esperienze di vita, lui aiuta Noah a prendere una decisione. Insieme al bambino, ripercorre la sua vita, pescando a poco a poco delle marionette da un vecchio baule. Tutte erano state intagliate in una particolare occasione e tutte hanno qualcosa da dire.
Noah scopre così che ogni scelta comporta delle conseguenze, che ogni parola non detta diventa un rimpianto. Allora indossa le vesti di un piccolo soldato, diventa grande e prende una decisione…
John Boyne, autore del libro, tesse una storia di maturazione, dove è facile trovare riferimenti alla letteratura educativa d’infanzia precedente (tra cui Pinocchio e Il Piccolo Principe). Non è una novità, d’altronde, l’interesse di Boyne per i bambini. Lo scrittore irlandese, infatti, ha scritto molti libri il cui protagonista ha un’età compresa tra gli otto e i sedici anni (citiamo Il bambino con il pigiama a righe, La sfida, Il ragazzo del Bounty e Il palazzo degli incontri). Il motivo di questa scelta è da ricercare nelle notizie biografiche dello scrittore, il quale, soprattutto negli anni del Liceo, ha dovuto affrontare una crisi d’identità, dovuta al suo orientamento sessuale.
Non meraviglia, allora, il ritmo gioviale ma malinconico e lo stile semplice eppure profondo che contraddistingue buona parte dei suoi scritti. La sua opera più celebre, non a caso, è Il bambino con il pigiama a righe, che racconta di un bambino che scopre l’orrore del genocidio ebreo negli anni della guerra. Il libro ispirò poi, nel 2008, l’omonimo film di Mark Herman.
La grandezza dell’autore sta nel dare connotazioni nuove, vive e colorate ad un tema come la morte (lavoro ancora più difficile, se si pensa che il dolore è vissuto da un bambino di soli otto anni). Azzeccata, ad esempio, è la scelta di integrare nel libro alcune illustrazioni firmate da Oliver Jeffers, apparentemente disegnate da Noah stesso.
Boyne stupisce ancora… e chissà che un regista non voglia trasformare il libro in un film!

Irene De Dominicis


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