Lettera aperta al nuovo direttore responsabile de “La Fenice” on-line

margaretbenigno

Carissimo Gerard,

ho sentito in me preponderante il bisogno di porgerti i miei più sinceri auguri per aver accettato l’impegnativo incarico che ti è stato attribuito quale nuovo direttore responsabile de “La Fenice” on-line. Lo faccio di vero cuore e ti ringrazio per aver voluto, con tale gesto, onorare la memoria di chi ha sempre creduto in questo organo di informazione. So che ce la metterai tutta così come di sicuro faranno tutti gli altri collaboratori, per continuare un progetto importante quale è quello del nostro giornale.

Sono però, come te, consapevole che non sarà per niente  facile. IL fiuto, l’intuito, la ricerca minuziosa, la meticolosità pignola dei dati, la capacità di stare sulla notizia, la chiarezza espositiva, la libertà assoluta e l’incosciente temerarietà di Benigno ci mancheranno. Non ne sentiranno invece per niente la mancanza tutti coloro che non hanno gradito che fossero resi pubblici i costi dei loro compensi e quanti hanno abusato dei posti chiave che occupano o dei ruoli istituzionali che rivestono per tornaconto personale.

 Ritengo dunque necessario che “La Fenice” on-line continui a informare i nostri concittadini e le migliaia di suoi lettori su quanto accade nel nostro paese, dato che il malcontento è percepibile in ogni discussione ed è capillarmente diffuso in ogni ambito. Questo era quanto Benigno ha sempre inteso fare, ma credo che il suo pensiero non sia mai stato del tutto capito. La foga con cui scriveva di azioni condotte con spregiudicata disinvoltura e di fatti palesemente oltre il limite della legalità, lo ha reso inviso a molti. Prendeva troppo a cuore le vicende della nostra cittadina, dimostrando di essere più lui eclanese di tanti altri mirabellani. Il suo spirito battagliero ha fatto da contraltare alla tiepidezza nostrana, incapace, per atavica ignavia, di volgere lo sguardo oltre il proprio orticello.

Benigno credeva molto nei rapporti umani e nell’amicizia per cui era, come ogni persona sensibile, anche molto vulnerabile. Infatti più volte, proprio in nome di questo valore, il suo civico impegno è stato abilmente strumentalizzato dallo pseudo amico di turno che, a più riprese, ha fornito atti e documenti attestanti i brogli perpetrati dagli avversari. L’intento era quello di palesarli all’opinione pubblica, nascondendosi dietro agli strali che, con la grande passione che lo contraddistingueva, il direttore della ”Fenice” lanciava attraverso i suoi articoli. Quando però poi si sale in cattedra, non è più consentito che si parli del proprio malgoverno e come atto intimidatorio si usa la denuncia per mettere il bavaglio all’informazione.

Sentirsi tradito con azioni di così bassa lega, lo ha profondamente deluso e, finché ha potuto, ha combattuto per difendere la libertà di opinione della nostra testata.

Da oggi, caro Gerard, questo compito spetta a te e, se un po’ ho imparato a conoscerti, credo che lo assolverai egregiamente. Non si può assolutamente permettere ai furbetti di periferia di attentare alla nostra democrazia e per questo cercherò anch’io di fare la mia parte e dare il mio modesto contributo al giornale.

Lo devo a Benigno, ai miei ricordi, alla mia coscienza e al mio paese.

Con affetto,

Margaret M.


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