L’edizione della Grande Tirata 2017, la missiva di Giotto Fagno “si sta giungendo a un punto di non ritorno”. Il 2017 a rischio?

intervistagiotto

Ogni anno verso la fine del mese di agosto, quando le giornate si accorciano e le ferie terminano, la piazza, i bar, e da qualche anno i social network, cominciano a riempirsi di discussioni, immagini, conti alla rovescia, ma anche polemiche ed accuse riguardanti il Settembre Eclanese, il Carro e la sua gestione. Sono eventi a cui da anni tutti i mirabellani- in patria e fuori-sono abituati.
Di solito, tuttavia, riportata la piccola immagine della Vergine Addolorata nella sua consueta dimora sulla collina di via Sant’Angelo, cala il sipario sulla festa e gli echi dei dibattiti si affievoliscono, le polemiche vengono riposte come in un cassetto, per ripresentarsi puntuali all’anno successivo.
Quest’anno però, siamo ormai a gennaio del 2017, il tema Carro viene riportato all’attenzione dell’opinione pubblica. A farlo è Giotto Faugno, l’artista che cura l’intreccio dei pannelli artistici vantando un’ormai una quasi secolare tradizione di famiglia, e i giovani e meno-giovani “carristi” che hanno divulgato un manifesto in cui informano la cittadinanza di alcune missive inviate al Comune di Mirabella Eclano nel mese di ottobre scorso, a seguito delle vicende che hanno accompagnato il travagliato settembre eclanese 2016. L’anno che sarà ricordato come quello in cui il Carro è stato messo sotto sequestro dall’Ispettorato del Lavoro.
Abbiamo incontrato Giotto Faugno, che ci spiega le ragioni ed il contenuto della sua missiva, lanciando un appello per una maggiore consapevolezza intorno all’ “Obelisco di Paglia”.

Giotto Faugno, il 4 Ottobre scorso Lei ha inviato una missiva al Comune di Mirabella Eclano in cui comunica che intende rassegnare le dimissioni dagli incarichi che la legano alla tradizione dell’Obelisco di Paglia. Quali sono gli eventi che hanno portato a questa frattura?
Non è una decisione maturata a seguito di un singolo evento, bensì da un susseguirsi di eventi negli ultimi 4-5 anni che hanno visto la mia persona costantemente sotto una enorme lente di ingrandimento.
E’ difficile portare avanti la mia opera nel solco della tradizione in un clima costante di severa critica. Critiche che poi sono sempre rivolte all’aspetto economico del mio lavoro, e mai al valore delle opere prodotte. Opere che nascono da una programmazione lunga e attenta.
Nessuno o pochi sanno che il sottoscritto, onorando la tradizione portata avanti nei decenni dalla mia famiglia, si è sentito più volte in dovere di anticipare i lavori, investendo risorse personali. Nessuno tiene conto che anche il sottoscritto ha una attività e come tutti paga le tasse e ha delle spese da sostenere.
Non si può chiedermi, da un lato, di continuare la tradizione e, dall’altro, subissarmi di critiche del tipo ‘è fatto male’ o ‘costa troppo’.

Nella lettera già citata Lei chiedeva al sindaco e all’amministrazione che la Comunità fosse messa al corrente degli eventi? Perché non è stato fatto?
Non so rispondere a questa domanda. Credo di aver fatto soltanto il mio dovere quando ho sentito la necessità di scrivere una lettera al Sindaco di Mirabella Eclano. Il Carro, non lo dimentichiamo, è un bene comunale, e l’Amministrazione è espressione della volontà popolare ed ha il diritto di sapere e di intraprendere le misure che ritiene più idonee per la gestione di un proprio bene. Nella lettera chiedevo fosse dato ampio riscontro alla Comunità, cosa che non è stata fatta. Non so perché questo non sia stato fatto. E non so neppure il motivo di tanto accanimento nei miei confronti: ho restituito tutte le chiavi in mio possesso e rimesso completamente l’incarico. Questo non vuol dire che io rinuncio alla Tradizione, affermo e denuncio che in questo stato è impossibile proseguire.

In queste settimane è stato avvicinato dai responsabili dell’Amministrazione eclanese?
Ho avuto semplici contatti personali che hanno portato al nulla di fatto. Io, peraltro, pretendo che d’ora in poi, sia comunicazioni che accordi che dovessero eventualmente venire, passino attraverso documenti scritti. Le chiacchiere volano, i documenti restano.

Nelle vicende che hanno accompagnato lo scorso settembre eclanese, è passata l’idea che la questione sulle presunte irregolarità riscontrate dagli ispettori sia stata definitivamente risolta. È veramente così? Cosa c’è ancora in corso?
Attualmente non sono a conoscenza dell’evolversi della situazione. Tengo a precisare che, pur non essendo io il responsabile come previsto da contratto, nelle vicende che sono accadute nello scorso settembre eclanese, sono stato chiamato a pagare una sanzione pecuniaria. Il Verbale mi contestava il fatto che non ero a conoscenza che l’Ente comunale non avesse messo a punto la dovuta regolarizzazione prevista dalla legge.
Inoltre, va precisato che la firma del contratto è avvenuto il 26 agosto 2016. Per intenderci, il giorno prima del trasporto dei pali di legno che costituiscono la struttura portante del Carro, nonché due giorni prima del tradizionale trasporto del “Carrettone”.
Ogni anno i lavori per il Carro iniziano ben due mesi prima della firma del contratto. Si tratta dei lavori di raccolta del grano per il manto di spighe, che viene rinnovato ogni anno. Per la prima volta, quest’anno, la raccolta e lo stoccaggio del grano per il manto di spighe è stato affidato dal Comune ad altri operai.

Cosa chiede all’Amministrazione e alla cittadinanza eclanese?
All’Amministrazione chiedo in quale modo intende portare avanti questa tradizione. È da ben tre anni che non commissiona alcuna riparazione dei pannelli artistici, a meno che non l’abbia fatto fare ad un’altra ditta. Per comprendere il valore delle cose che si possiedono, bisognerebbe quanto meno conoscerle!
Per quanto riguarda la Cittadinanza, io credo che essa meriti molto di più perché è da secoli che offre i propri sacrifici alla tradizione del Carro. Purtroppo negli anni si è fatto un salto in negativo. L’Obelisco di Paglia, secondo il mio parere, è e rimarrà un’opera d’arte ed un’opera a devozione verso la Vergine Addolorata. E non una macchina da festa “politica”.
Se sono io il “di più” che ostacola il prosieguo di questa Tradizione, lo si metta per iscritto, e ne prenderò atto.
Poi, bisogna dirlo: il Carro non si fa solo con i soldi! Il Carro è programmazione, manodopera, preparazione della materia prima, le spighe. Si parte dalla semina e si passa per la raccolta, l’intreccio, l’assemblaggio…

Una soluzione potrebbe essere Finamente una scuola della paglia. Non crede?
Se l’Ente mi mette nelle condizioni idonee, io sono ben disposto a condividere ed insegnare l’intreccio della Paglia a chi vuole imparare e dare il proprio contributo per questo. Investire in una scuola della paglia potrebbe accelerare le operazioni di rifacimento dell’Obelisco, facendo avvicinare più persone al complesso lavoro che c’è dietro.
Tuttavia non si può pretendere che ciò avvenga nella mia attività: significherebbe sostenere spese insostenibili unite a responsabilità nei confronti di chi lavora.
Questo intendo per condizioni idonee: un luogo innanzitutto, ed un serio progetto per il futuro. 

Come giudica la costituzione della Consulta comunale per la tutela del Carro? Crede possa dare un contributo utile al mantenimento della tradizione?
Non spetta a me giudicare se la Consulta possa essere utile o meno per tutelare la Tradizione del Carro. D’altra parte il sottoscritto non ha mai ricevuto un invito a parteciparvi, né un parere.
Quello che penso è che ci sia poca chiarezza nella sua composizione e nel suo effettivo ruolo. Basti pensare che alcuni membri sono di fatto, amministratori comunali, cioè i rappresentanti dell’Ente che detiene la proprietà del Carro.
La Consulta sarebbe nata da per salvaguardare il Carro. Ma da chi? Da chi lo gestisce oggi? Da Giotto? Il Comune di Mirabella Eclano, in qualità di proprietario, ha già tutto il titolo per poter intervenire a salvaguardia del Carro.
Tuttavia, è certamente utile se la Consulta possa aiutare a discutere del Carro durante tutto l’anno. Certo è che chi vuole discutere di Carro, dovrebbe anche conoscere tutto il processo che c’è dietro, l’attività di laboratorio, eccetera.
Quello di cui mi rammarico è che il discorso, e le critiche, finiscono sempre sui prezzi. Credo di meritare un giudizio anche sulla qualità dell’opera prodotta. È facile dire “costa molto”, sarebbe corretto però andar a vedere prima il lavoro, le ore di lavoro e i costi, che ci sono dietro. È molto deludente essere giudicati sugli aspetti economici e non per quelli artistici. Ultimamente mi sta dando più soddisfazione l’impagliare una sedia che intrecciare un pannello artistico del Carro.

Quanto ha ricevuto come compenso per le attività connesse al Carro nel settembre eclanese 2016?
Posso dire a pieno titolo che lo scorso anno il Carro l’ho montato e smontato “per devozione”, perché ad oggi non ho preso un centesimo di euro. In più ho avuto un grosso danno di immagine per le vicende connesse alle ispezioni, e 600 euro di sanzione, pagate di tasca mia.

Qual è il rapporto con i “carristi”? Sono vere le voci di contrasti tra di voi?
Queste sono illazioni o probabilmente il desiderio di qualcuno. Per me i Carristi sono padri e fratelli. Alcuni di loro mi hanno visto crescere. Siamo e continueremo ad essere una grande famiglia.

La redazione ha invitato il sindaco Capone ad un confronto sul tema, inviandogli delle domande (lo stesso giorno inviate anche a Giotto Faugno) precise a cui sarebbe doverosa una risposta. Attendiamo fiduciosi ribadendo che su La Fenice Online c’è sempre spazio per un confronto plurale e costruttivo.

Carmine Bruno


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