Siamo un paese a forte rischio sismico.

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L’Italia è un paese ad alto rischio sismico, ma non solo, è uno dei pochi paesi al mondo dove il rischio sismico coesiste ed a volte si sovrappone al rischio vulcanico ed idrogeologico.

Escludendo il rischio idrogeologico, legato essenzialmente a fattori esterni, la causa dei fenomeni vulcanici e sismici è diretta conseguenza della grande quantità di calore accumulato all’interno del pianeta. Questa quantità enorme di calore, rende semifluide le rocce profonde, e tende a dissiparsi verso gli strati più esterni del pianeta per poi irradiarsi nell’atmosfera. Il meccanismo, apparentemente molto semplice, innesca una serie di fenomeni molto complessi, ancora poco noti e difficili da studiare, per il fatto che avvengono a decine di Km di profondità. I metodi di studio più usati si basano principalmente sull’osservazione della propagazione delle onde sismiche all’interno della terra.

La parte esterna del pianeta, detta crosta, è sufficientemente fredda da rendere le rocce molto più rigide di quelle sottostanti, costituenti il mantello, (Lo spessore della crosta varia da circa 4-8 Km in corrispondenza degli oceani a circa 20-70 km in corrispondenza delle terre emerse). L’esiguo spessore della crosta rispetto al raggio terrestre, pari a circa 6.300 Km, e la condizione di “galleggiamento”, al di sopra del mantello fluido, fanno si che la crosta stessa si frantumi in una serie di porzioni dette placche o zolle i cui margini sono ben visibili nella figura 1.

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Figura 1: Margini di collisione tra le placche

 

I margini tra le placche non sono tutti dello stesso tipo ma, come indicato dalle frecce possono essere di tipo convergente, divergente oppure trascorrente. Dove le frecce si scontrano (convergenti) si ha l’accavallamento di una delle due placche sull’altra e l’effetto è la nascita delle catene montuose, dove le frecce si allontanano (divergenti) si ha la nascita di nuova crosta richiamata dal mantello, mentre, dove le frecce sono parallele (trascorrenti) si osserva lo scivolamento di una placca rispetto all’altra. In sostanza le placche si comportano come dei corpi rigidi su dei nastri trasportatori. I nastri trasportatori sono i moti convettivi del mantello. Le rocce semifuse del mantello lentamente tendono a risalire verso la crosta, si raffreddano per poi ridiscendere verso il nucleo.  Gli spostamenti sono ovviamente lentissimi, dell’ordine di massimo qualche decina di millimetri l’anno per le nostre aree, mentre, nelle zone dinamicamente più attive, si possono osservare spostamenti di qualche centimetro l’anno. (Per avere un termine di paragone, sulla trascorrenza di di San Andreas in California si registrano spostamenti medi di circa 5 Cm. annui).

Come siamo messi in Italia rispetto a tutto questo? Come è facile immaginare non molto bene in quanto l’Italia, non a caso, è uno dei paesi considerati a forte rischio sismico. Purtroppo per noi la placca africana nel suo avvicinarsi verso la placca euro-asiatica ha creato un margine di collisione molto complesso (Figura 2) che percorre, da sud a nord, tutta la penisola ad eccezione della sola sardegna.

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Figura 2: Margini di collisione tra la placca Africana e la placca euroasiatica

            Vivere lungo una linea di margine tra le placche comporta vivere con la consapevolezza di doversi far carico, periodicamente, degli effetti delle attività sismiche e vulcaniche che caratterizzano tali aree.

            La figura 3 mostra la sismicità strumentale, registrata dalla Rete Sismica Nazionale INGV. E’ evidente come l’andamento della sismicità è perfettamente sovrapponibile all’andamento del margine di collisione tra le placche della Figura 2.  

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Figura 3: Sismicità strumentale

             Purtroppo, In parte per il nostro patrimonio edilizio storico estremamente vulnerabile ed in parte per il nostro modo di vivere, più incline a rischiare piuttosto che a prevenire, i disastri sono sempre tanti e tantissime le vittime.

            In conclusione sappiamo DOVE possono verificarsi terremoti, COME e quanto forti potranno essere e QUANDO, con un certo livello di probabilità, non abbiamo forse TUTTE le informazioni che ci servono per fare scelte che ci proteggano dai futuri terremoti?

Ciriaco D’Ambrosio


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