Al sindaco di Mirabella Eclano

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Sentire quanto ha detto, anzi ha avuto l’ardire di dire nell’intervista che ha preceduto la conferenza stampa da lei tenuta ad Avellino il giorno sei ottobre e poi ciò che ha affermato nella medesima conferenza, nonché quanto ha voluto caparbiamente ribadire, nella stessa giornata, in una ulteriore intervista mi ha provocato un profondo senso di nausea e di grande repulsione. Non solo perché lei che parla di deontologia professionale, riferendosi alla professione giornalistica, non sa affatto dove stia di casa la sua etica morale, ma anche perché non ha nessun rispetto delle persone, soprattutto di quelle che non possono più dirle quanto meriterebbe.

Dalle sue deliranti affermazioni, da vittima sacrificale di attacchi ingiustificati al suo operato, scaturisce che di proposito sia stata messa in atto una persecuzione, a suo danno e a danno della sua amministrazione, da parte dell’allora direttore della Fenice online, che, a suo parere, vedeva il male ovunque. Tanto si evince se, con tono di sufficienza e malcelato disprezzo, lei ha il coraggio di dire che a Benigno Blasi non stava mai bene nulla, che aveva presentato alla Procura di Benevento “150” denunce e che per questo lei, mostrando in questa azione tutto il suo spessore morale e politico, lo aveva denunciato.

Non basta. Secondo il suo opinabile parere, gli atti depositati altro non erano che il frutto della grande fantasia del direttore della Fenice. Lei invece ben sa quali conseguenze questi “fantomatici” atti hanno prodotto e, se tanto mi dà tanto, devo pensare che anche alla Procura di Benevento ci siano persone dotate di molta immaginazione e inventiva se hanno dato credito ad essi.

Se il suo intento era quello di minimizzare i fatti, ha ottenuto l’effetto contrario, soprattutto per la grande mancanza di sensibilità che ha manifestato. Dove erano andati a finire il rispetto, la correttezza e l’accortezza che lei nel corso della conferenza ha più volte richiesto ai suoi avversari? Ha dimostrato ampiamente che li pretende dagli altri, ma non è affatto in grado di metterli in pratica, anche quando parla di persone che non ci sono più.

Le ricordo che, prima di essere candidato a sindaco alle ultime elezioni, ruolo, questo sì caparbiamente da lei inseguito da anni a danno della nostra città, si era abilmente defilato dall’amministrazione di cui faceva parte, cercando di purificare la sua immagine per renderla più credibile. Da volpone qual era giocò una delle carte in suo possesso, dando proprio al direttore della Fenice dettagliate indicazioni su alcuni comportamenti, ritenuti da lei non corretti, del giovane temibile avversario, con cui fino ad allora aveva amministrato.

Nell’intervista, senza pudore invece afferma che, come padre di famiglia, mai avrebbe danneggiato un giovane con delle accuse tanto infamanti. Ha evocato poteri celati e manovratori di carte e documenti, di una stampa denigratoria nei confronti dei suoi avversari. Ci vuole veramente una faccia di bronzo nel fare tali affermazioni, ben sapendo di essere stato il mandante occulto della campagna diffamatoria contro il candidato sindaco dell’altra lista. Probabilmente ha pensato che se ne fosse persa la memoria, ma purtroppo per lei non è così.

La sua mancanza di tatto mi è parsa inversamente proporzionale alla tracotanza con cui si è espresso, dando ulteriormente in pasto all’intera provincia le già ben note vicissitudini della nostra cittadina con la presunzione di smentire, con le sue chiacchiere, fatti reali e incontestabili.

Si dice che i panni sporchi si lavino in famiglia, ma lei non solo non lo ha fatto ma è andato addirittura a sciorinarli in televisione, perché aveva bisogno di una cassa di risonanza maggiore dove stigmatizzare le nostrane vicende e affermare la bontà del suo discutibile operato, visto che la maggior parte del popolo eclanese dà ad esso poco credito.

La baldanzosa  sicumera, che ha ostentato nel magnificare le meraviglie del suo governo, mi ha lasciata letteralmente basita e, dopo averla ascoltata, in me si è insinuato il sospetto  che forse lei non ha la percezione della distanza che c’è tra il paese reale  e quello ideale che lei dice di amministrare .Inoltre credo che non  abbia  affatto la consapevolezza dello stato in cui è ridotta la nostra cittadina, visto che impiega il suo tempo nelle stanze del potere a procacciare tanti milioni di euro tra progetti e finanziamenti ,la cui ricaduta sul territorio  appartiene, questa sì, al genere fantasy .

Sono profondamente delusa sia come persona sia come cittadina e per questo ho affidato a queste righe i miei pensieri. Mai avrei immaginato che lei potesse arrivare a tanto e sinceramente mi vergogno di avere come rappresentante del mio paese una persona talmente tronfia e tracotante che non ha rispetto neppure dei morti. Figuriamoci dei vivi!

Senza alcuna stima

Margaret Memmolo

 

P. S.  Ringrazio di cuore tutti i colleghi giornalisti che hanno levato i loro scudi in difesa della memoria di Benigno, che si è sentito figlio adottivo di questa città dove aveva scelto di vivere da oltre trent’anni e a cui  ha dedicato tempo,  impegno e competenze per renderla migliore.


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