Messaggio delle Figlie della Carità

Penso che ognuno di noi, in questo momento così tragico e duro di accettare, si rivolge questi interrogativi:

Cosa dobbiamo fare per tollerare e vincere le paure che oggi tutto il mondo si trova a vivere nel disagio e nella fatica;

Non è possibile rinunciare a interrogarsi sull’oggi di Dio, sulle opportunità e sui problemi del tempo e sui vari mutamenti che lo caratterizzano.

Papa Paolo VI nel lontano 1973 diceva a proposito: le condizioni della società ci obbligano “a rivedere i metodi, a cercare con ogni mezzo di studiare come portare all’uomo moderno il messaggio cristiano, nel quale soltanto egli può trovare la risposata ai suoi interrogativi e la forza per il suo impegno di solidarietà umana”.

Dio ci chiede un cuore aperto e pieno di compassione per l’uomo che soffre e il suo amore non ha confini, è un amore che ci fa amare gli altri prima di noi stessi.

Poi c’è la preghiera che è la porta della fede: è intercessione, non è tranquillità, è carità, è vicinanza all’altro, è prossimità al fratello che soffre e che è nel bisogno, è mettersi in gioco per intercedere insistendo assiduamente con DIO gli uni per gli altri.

Non stanchiamoci di pregare per tutti i credenti e non credenti, perché dopo tanta tempesta ritorni nel mondo intero la freschezza e il profumo di una nuova primavera, la serenità del saper vivere la propria vita, nella direzione che Dio stesso ci indicherà attraverso il suo amore e il suo perdono di Padre misericordioso.

La potenza dell’amore di Dio trasformi l’umanità intera e noi, come religiose, coltiviamo sempre di più la fede e la speranza per sentirci uniti e vicine vivendo gli stessi disagi di tutte le ristrettezze e limitazioni.

La Madre Superiore

Suor Maria Teresa


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