L’eclanese Alfonso Cerrati ebbe il merito di restituire dignità culturale alla sua Comunità e con essa a tutta l’Irpinia

Foto Cultura Personaggio StoricoAlfonso Cerrati nacque a Mirabella Eclano il 4 febbraio del 1859 da Francesco Paolo, medico chirurgo e più volte Sindaco della Città, e da Palmira Cappuccio, gentildonna eclanese, figlia di Giuseppe Saverio Cappuccio.
Il Cerrati fin da giovane si fece notare per il suo interesse verso la letteratura e gli studi patriottici. Le sue aspirazioni non erano limitate ad una visone regionale o provinciale del problema unitario, bensì dettate da una concezione nazionale auspicante un’opera positiva di ricostruzione nazionale, capace di spianare la via ad un progresso economico-sociale e politico dell’intero paese.
Cerrati riteneva, infatti, che l’amore per la patria fosse “un sacro dovere del cittadino” e ancora di più per uno scrittore. Sosteneva poi che si poteva servire il paese non solo con il coraggio e con le armi, ma anche con l’ingegno della penna.
Terminati gli studi giuridici il Cerrati divenne avvocato e, senza trascurare i suoi studi umanistici, fu anche giornalista: collaborò, tra gli altri, ai periodici l’“Annotatore” di Roma, la “Farfalla” e la “Colomba” di Milano, il “Pungolo” di Napoli.
La prima produzione letteraria fu scritta nel 1878, all’età di 19 anni. Diede infatti alle stampe una “Storia della poesia italiana”, e l’anno seguente, nel 1879, un “Compendio di precetti letterari” per le scuole che venne premiato a Napoli nell’ambito dell’esposizione letteraria ‘Giambattista Vico’.
Nel 1889 venne nominato Giudice Conciliatore di Mirabella alla Corte di Appello di Napoli, carica che ricoprì lodevolmente sino al 1892.
Nel 1894 pubblicò una raccolta di poesie popolari, dalle quali si evinceva la sua notevole indole patriottica. Alcuni dei suoi libri che ebbero maggior successo furono “L’arpa del popolo”, scritta nel 1897, e “Tetralia” del 1913. Per gli studenti del ginnasio scrisse una “Storia della letteratura italiana” nel 1896, che godette di ottima accoglienza e rilevante diffusione, tanto da meritare una seconda edizione nel 1898.
Alfonso Cerrati, accanto ai lavori di argomento “educativo all’amor di patria”, come lui stesso amava definirli, non trascurò mai gli studi sul passato glorioso dell’antica Aeclanum, suscitando, con il suo fervente entusiasmo sanamente campanilistico, anche in altri studiosi l’interesse per questa antica città.
Nel 1915 pubblicò, infatti, “Storia della Città di Mirabella Eclano” che ricostruiva molte vicende legate al patrimonio storico, artistico, culturale e religioso del luogo, non limitandosi ad una semplice digressione e/o indagine sulle vicende storiche che interessarono la comunità eclanese, ma fornendo preziosi elementi per comprendere anche il patrimonio artistico e i riti religiosi, gli usi e i costumi, gli avvenimenti contemporanei, la struttura sociale della realtà del paese che gli aveva dato i natali.
Proprio questa passione lo portò, nel 1916, alla pubblicazione di “Raccolta d’Iscrizioni eclanesi”, opera nata dallo studio e dall’osservazione dei numerosi frammenti di epigrafi di cui era cosparso il territorio eclanese.
In tal senso, il Cerrati ebbe sicuramente il merito di restituire non solo dignità culturale alla Comunità eclanese e con essa all’Irpinia tutta, in un periodo di stasi negli studi storiografici irpini, ma rese coscienti i lettori anche del fatto che bisognava essere fieri delle “cose” locali, impedendone il depauperamento, se si voleva capire meglio il presente.
Per i meriti letterari ricevette, da parte di Accademie ed Associazioni culturali nazionali ed estere, riconoscimenti significativi, e gli vennero conferiti diversi titoli onorifici anche dal Re d’Italia Vittorio Emanuele III di Savoia.
Alfonso Cerrati morì improvvisamente il 9 dicembre del 1918, lasciando inedite altre due opere “Le poesie scelte” e “Dalle origini della forma arcaica della Lingua Latina”. Egli resta nella storia di Mirabella per la sua forte ispirazione patriottica e, soprattutto, per l’amore smisurato per la propria terra.
(Si ringrazia il periodico “Vicum” – Anno XXI, N°3-4, sett./dic. 2003 – per le notizie storiografiche)

Fabiola Genua


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